Germania, la vittoria di AfD è merito della sinistra che nega il caos immigrazione
Il successo travolgente della destra nelle elezioni in Turingia e Sassonia è merito pressoché esclusivo della sinistra tedesca, ma anche europea, ma anche mondiale. Questa semplice evidenza deve essere ammessa da ogni osservatore intellettualmente onesto per il semplice fatto che negli ultimi anni proprio la sinistra a tutti i livelli (Italia compresa) continua a negare l’evidenza su un tema che è ormai decisivo in ogni consultazione elettorale, cioè la gestione dei flussi migratori. Guardiamo la situazione tedesca, un paese nel quale pochi giorni fa un immigrato clandestino siriano di 26 anni, titolare a tutti gli effetti di un programma di sostegno economico federale, uccide a coltellate (inneggiando all’Islam) alcuni cittadini che gli permettevano una vita agiata con le loro tasse. Ricordiamo anche le scelte degli ultimi due cancellieri, Angela Merkel prima e Olaf Scholz adesso, ispirate ad una nobile quanto velleitaria politica dell’accoglienza, che ha riempito la Germania con milioni di profughi in nome di una capacità di assorbimento apparentemente illimitata, ma che in realtà sta minando nel profondo le fondamenta dell’equilibrio sociale e politico della nazione. A sinistra si continua a non capire che un immigrato clandestino alla porta è una persona da aiutare in ogni modo. Ma se invece sono 10.000 la questione si complica e richiede uno sforzo logistico imponente. Se poi sono 10 milioni la situazione diventa ingestibile: non ammetterlo significa accedere ad una piattaforma politica suicida, altra definizione non c’è.
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Prendiamo i risultati elettorali della Turingia, antica terra tedesca dove Martin Lutero iniziala sua «carriera», perfezionando i suoi studi. Qui succede qualcosa di incredibile: i partiti di governo che sostengono il cancelliere Scholz raccolgono (tutti insieme, lo riscrivo: tutti insieme) il 10% dei voti, mentre in Sassonia vanno un po’ meglio, pur segnando una sconfitta bruciante sia verso la destra che verso i popolari (Cdu da quelle parti). Insomma la bocciatura degli elettori tedeschi verso Socialdemocratici, Liberali e Verdi è semplicemente impressionante. Certo, ci sono i dati economici non brillanti, con una Germania per la prima volta in affanno ed ormai lontana dal ruolo di locomotiva d’Europa. Poi c’è una guerra vicina ai confini che ha ribaltato lo schema in essere da almeno tre decenni, quello del gas russo a basso prezzo a beneficio dell’industria nazionale. Ma tutto questo non basta per spiegare la débâcle storica delle forze progressiste di governo, perché se la situazione fosse solo figlia di una congiuntura economica non favorevole sarebbe il partito popolare il beneficiario del voto. Invece a segnare il risultato di gran lunga più importante è la destra Afd, che tuona in materia di immigrazione da anni. È quindi ben evidente che qui c’è la spiegazione principale del risultato.
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Non a caso quindi l’enorme novità di ieri (per la prima volta nella storia tedesca un Land sarà governato in esclusiva dalla destra AfD) è figlia del tema che la sinistra non riesce a maneggiare, tanto in Germania quanto nel resto d’Europa (ed ovviamente anche in Italia). A poco sono serviti i tentativi dell’ultimo momento del Cancelliere di cambiare rotta, mettendo insieme un pacchetto di provvedimenti per proporre ai cittadini una linea più dura sull’immigrazione che è apparsa agli elettori tardiva ed anche un po’ ipocrita. Adesso assisteremo al solito balletto di accuse verso questa destra vincente che verrà bollata in ogni sede come fascista e razzista. Si badi bene, non tutto quello che viene da destra è buono e serve per governare. Ma di certo il trionfo AfD è un capolavoro delle sinistre, che lottano da anni con ammirevole (si fa per dire) impegno per mettere in difficoltà milioni e milioni di donne e uomini d’Europa meno fortunati, cioè quelli delle periferie, quelli più avanti con l’età, quelli con minori disponibilità economiche. Sono loro che pagano il prezzo di una gestione scriteriata delle questioni migratorie, sono loro quelli che, una volta, erano gli elettori di sinistra.