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Francia, i progressisti s'attaccano all'insonnia per la Le Pen

Conte Max
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Tempi duri a «La Repubblica», noto quotidiano italiano, adesso che in Francia i sondaggi, a pochi giorni dalle elezioni anticipate volute dal presidente Emmanuel Macron, danno in testa la destra di Marine Le Pen e Jordan Bardella. Ieri sul quotidiano fondato dal compianto Eugenio Scalfari, uno dei più grandi giornalisti italiani, il titolo di un articolo sui cugini d’Oltralpe recitava così: «La Francia in crisi di nervi. Depressione e insonnia con il rischio trionfo Le Pen». E ancora: «L’allarme degli psicologi prima del voto: ‘Le tensioni in famiglia, tra amici e sul lavoro sono esasperate’. È panico da democrazia in pericolo».

 

 

Oddio, con ironia verrebbe da pensare: stai a vedere che marito e moglie in Francia litigano sulla destra e non più per il bagno occupato. E passando dalla famiglia al lavoro: sarà mica che bisticceranno capoufficio e impiegato per Bardella e non per la scarsa produttività? Quanto agli amici, beh se pure quelli discutono per una eventuale vittoria del Rassemblement National, allora in Francia stanno messi male. Poi, lasciando l’ironia - non senza aver pensato ai progressisti che si prendono dei sonniferi contro l’insonnia, sempre a causa di una eventuale vittoria delle destre - e venendo a ragionare sul serio, ciò che più colpisce è che in Italia, in gran parte del mondo progressista sia politico che culturale, una vittoria della destra, in libere elezioni democratiche, non possa esser considerata una normale vittoria politica in un sistema, la democrazia, che si nutre anche dell’alternanza. E qui, in questo pregiudizio duro a finire del progressismo, c’è una parte consistente della crisi che le nostre democrazie stanno vivendo. Se i migliori stanno sempre da una parte e gli altri sono i cattivi, a prescindere, ebbene questo si chiama manicheismo.

 

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