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Il compagno Fratoianni predica bene e razzola Souma-Salis

Tommaso Cerno
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Il compagno Fratoianni, che predica antifascismo dalla mattina alla sera, presume bavagli, si inalbera su TeleMeloni, attacca Il Tempo perché si è permesso di criticare due personaggi, ahimè politici, che il suddetto segretario di Sinistra italiana ha portato - a spese degli italiani - su due poltrone da parecchie migliaia di euro: Aboubakar Soumahoro e Ilaria Salis. Lo ha fatto con tono sprezzante, lui che di mestiere è sempre stato a palazzo, perché, evidentemente, rosicava. Non so dargli torto: dopo la figuraccia fatta con il Soumahoro che si presenta stivalato e con pugno alzato a Montecitorio a farci la predica sui migranti e poi si scopre che moglie e suocera erano accusate di frode e autoriciclaggio proprio per come gestivano i fondi per i migranti ora che ha eletto la Salis a Strasburgo si scopre che questa non solo non paga l’affitto di casa, ma rivendica come legittimo occupare l’abitazione di un altro.

Ecco che la doppia morale per cui ci sono i reati buoni (quelli che fanno loro) e i reati cattivi (quelli che fanno gli altri), fa sì che se un giornale semplicemente lo scrive, tutte le tiritere su libertà di pensiero, società democratica e via discorrendo vanno a farsi benedire e partono gli insulti e le censure. 

 

Faccia pure, compagno, ma a scanso di equivoci, le garantisco che per quanto riguarda noi – esattamente come quei cittadini di Monza che hanno esposto un cartello per dire alla sua deputata di non essere gradita – sappiamo bene di avere toccato un nervo scoperto. Le dico pure che non ci facciamo intimidire dai politici che attaccano i giornali, e ancora che siamo convinti che la “schifezza” – come lei ha definito la nostra copertina – per milioni di italiani sia vedere il proprio Paese rappresentato a Strasburgo da una signora pluripregiudicata che intasca dalle tasse dei cittadini 18 mila euro netti al mese e si vanta in giro di non pagare l’affitto della casa Aler che ha occupato. In un Paese dove i salari sono bassi, la gente si rompe la schiena per arrivare a fine mese e quando va a fare la spesa è costretta a tirare sulla lira, che adesso si chiama euro e vale ancora di meno. 

 

Noi povera gente normale, che non sentiamo il brivido del Palazzo, siamo dell’idea che le case si comprino o si affittino. Siamo pure dell’idea che le tasse si paghino e che, chi occupa la casa di un privato, compia un reato e non un gesto eroico. Se non lo sa, glielo dico io: fra Roma e Milano ci sono migliaia di immobili occupati e gestiti dal racket. Ci sono migliaia di proprietari di abitazioni privati del proprio bene. Ci sono fior di delinquenti che sfondano le porte degli altri e si appropriano di ciò che è tuo, facendo entrare i proprietari in un gorgo di ingiustizia infinito per cui dopo un po’ sembra che il delinquente sia il privato cittadino che ha investito nel mattone. Sappiamo bene che c’è chi, come lei, ce l’ha a morte con la parola “privato”, con l’idea di uno Stato dove una persona vive liberamente del proprio lavoro e, quando questo non dia sufficiente reddito, accede a aiuti pubblici che la comunità mette a disposizione con le proprie tasse per garantire la sussistenza di tutti, ma visto che da qualche giorno la signora Salis è in busta paga al popolo italiano, abbia la cortesia di non insultare chi glielo fa notare.

La ringrazio, invece, per avermi tolto un dubbio che si era insinuato in me negli ultimi mesi quando la sentivo parlare di patrimoniale, come se lei fosse Robin Hood, e noi tutti dei delinquenti al servizio del principe Giovanni o dello Sceriffo di Nottingham. E cioè per quale ragione volesse far cadere sulla testa degli italiani che hanno messo via qualcosa una nuova tassa sulla proprietà, come se non se ne pagassero già abbastanza. La vicenda Salis mi ha fugato il dubbio, in effetti. Ha una logica per un partito, che quando parla di casa non immagina di acquistarla ma di occupare quella di un altro, tassare costui per farlo cornuto e mazziato. Ma per noi altri, ci perdoni la sfrontatezza, questo rimane invece un grosso problema.

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