editoriale
Sciopero, l'inutilità incompresa da Landini
Se Landini vivesse a Roma saprebbe che indire scioperi è inutile. Nella Capitale tra taxi fantasma, bus in fiamme, metro bloccate e strade con voragini e buche varie, i mezzi pubblici funzionano meno di quando c’è un’astensione del personale. A Roma la situazione è drammatica ma anche altre città non se la passano bene. In pratica, che ci sia o meno uno sciopero, nessuno se ne accorge. E viste le adesioni risibili degli ultimi indetti – sempre di venerdì, ci mancherebbe – deve averlo capito anche Landini eppure insiste, mosso da un unico intento: avere visibilità contrastando il governo. Ora sfida pure il garante, per sua natura figura terza alla politica, bollandolo come ideologizzato.
Il punto è che non c’è motivo di scioperare. Anzi. L’economia è in crescita, la manovra finanziaria – seppur prosciugata dagli errori dei governi passati come i bonus edilizi (perché non scioperava quando con il Pd regalavano soldi ai ricchi?) – interviene sui ceti più bassi e aiuta le aziende (tanto che ci saranno oltre un milione di nuovi posti di lavoro), le infrastrutture marciano rapidamente, il Pnrr sta iniziando a portare dei benefici generalizzati.
Insomma, come dicono a Roma: Ah Maurì, ma che te scioperi? Qualcuno dirà che Landini si agita tanto solo per garantirsi una poltrona in parlamento con il Pd, ma quella è già certa.
Come chi l’ha preceduto alla guida della Cgil. L’ipotesi più credibile è che sia preoccupato della tenuta Dem a guida Schlein. E questo, in effetti, è un timore fondato. Ma non serve indire scioperi a casaccio: nessuno se ne accorge. Faccia un giro a Roma. Arrivi a Termini in treno, provi a prendere un taxi, una metropolitana, un tram, faccia lo slalom tra vecchie e nuovi cantieri, tra vecchie e nuove buche (l’ultima ieri sera: si è aperta una voragine in Corso Francia). Proverà l’ebrezza di vivere in una condizione di sciopero costante e comprenderà quanto ai romani, come a tutti gli italiani, ormai non interessa astenersi dal lavoro per polemiche sterili ed evidenti giochini di potere e condominio. Magari vorrebbero un sindacato serio.
Non a caso la Cisl, guidata da un segretario mosso da buon senso e non d’ideologia, sta facendo il pieno di nuovi iscritti. Anche a Roma. Dove l’impegno dovrebbe semmai essere finalizzato a uscire dalla sensazione di sciopero perenne. Ah Maurì, dà retta: lassa stà.