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Indi Gregory, la buona politica che restituisce il diritto alla vita

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Davide Vecchi
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Mentre parte della politica disserta di un referendum che potrebbe forse esserci chissà nel 2025 e polemizza su un (ottimo) accordo raggiunto con l’Albania per l’accoglienza dei migranti, i sindacati continuano a inventarsi scioperi sul nulla e i magistrati intervengono su riforme che neppure li riguardano, c’è chi pensa alle cose serie. Ieri il Consiglio dei Ministri è stato convocato d’urgenza per conferire a una neonata inglese la cittadinanza italiana così da poterla trasferire al Bambino Gesù nel tentativo di curarla. Sì perché il suo Paese ha deciso che alle 15 di ieri la piccola doveva morire.

 

 

Indi Gregory ha otto mesi, è nata affetta da una patologia mitocondriale che i medici del Queen’s medical centre di Nottingham hanno definito incurabile. L’ospedale romano si è offerto di ospitare Indi per tentare di curarla ma l’Alta Corte britannica ha negato il trasferimento in Italia e intimato il Queen’s a «staccare la spina» lunedì 6 alle ore 15. Per questo ieri l’urgenza di conferirle la cittadinanza. Indi è ancora tenuta in vita ma le autorità britanniche al momento non hanno recepito né disposto il trasferimento. I medici del Bambino Gesù attendono l’arrivo di Indi. Non hanno miracoli da compiere ma faranno il possibile. Intanto l’Italia le ha restituito il diritto alla vita.

 

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