Editoriale
I sindacati tornino a fare il loro mestiere
Il sindacato vince quando non fa politica. È la lezione che arriva dagli Usa. L'Uaw, sigla dei metalmeccanici, ha chiesto un aumento della paga oraria per contrastare l'offerta. I grandi dell'auto: Stellantis, Gm e Ford, dopo un braccio di ferro e scioperi pesanti, hanno dovuto accettare le richieste e incrementare di quasi il 30% i compensi. Un esempio di relazioni industriali dal quale i nostri sindacati dovrebbero imparare. Sì, perché in Italia, invece di pensare a battersi per salari più elevati, si occupa di tutt'altro. Maurizio Landini, segretario della Cgil, pontifica e discreta di massimi sistemi. Esprime giudizi sul governo, interviene in politica estera, partecipa a manifestazioni in veste di leader della sinistra. Ma tanti suoi colleghi non sono da meno: propongono leggi e riforme, sfilano in marce a sfondo ambientale, religioso e pacifista; commentano su guerre, diritti civili e temi che nulla hanno a che fare con la contrattazione. Insomma fanno tutto tranne ciò che dovrebbero: lottare per alzare le paghe e difendere i lavoratori. Gioverebbe a loro, creerebbe più appeal tra i giovani che alla tessera sindacale nemmeno pensano, e sarebbe tonificante anche per gli industriali. Consiglio: i sindacati tornino afare il loro antico mestiere.