l'editoriale di vecchi
Meloni-Giambruno, l'ennesima lezione del premier
Pure i sorci che da giorni vagano attorno a Chigi con la bava alla bocca sanno che Andrea Giambruno è stato uno strumento per colpire Giorgia Meloni, colpirla nel peggiore dei modi: la famiglia, la vita privata. E con mezzi infami: fuori onda, registrazioni abusive di dialoghi privati. Ma questa è ora la realtà e ancora una volta Meloni ha saputo affrontarla seppur abbia dovuto farlo nel modo più doloroso e odioso possibile: pubblicamente.
È stata costretta. Da un programma in emorragia di ascolti che ha strumentalizzato audio rubati come i topi fanno col cibo. E costretta da altri, accorsi a interpretare i fuori onda come messaggi di Palazzo. Ma ancora una volta Meloni ha saputo restituire valore e dignità a ciò che altri hanno sporcato.
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Volevano danneggiare il suo governo? Talmente alto è il valore del ruolo che ricopre e tale è la responsabilità con cui vive il suo mandato da dimostrarsi nuovamente, con forza e a testa alta, non ricattabile. Il bene del Paese è il faro. Volevate indebolirla? L’avete rafforzata. Ne è valsa la pena? L’arma che avete usato è Andrea Giambruno, colpevole di essere il compagno del presidente del Consiglio. Lui si è autosospeso dalla conduzione del suo programma su Rete4 e Mediaset ha avviato una indagine interna per valutare il rispetto del codice etico. Viene da chiedersi a quale codice risponda il rubare di nascosto dialoghi riservati tra colleghi. Erano battute pesanti? Può darsi, giudicatele come volete. Io non faccio né voglio fare la morale a nessuno ma Andrea Giambruno lo conosco da tempo, per questo due considerazioni mi preme farle.
La prima. Ho assistito alla processione di formiche e formichine che nei mesi hanno sfilato in processione sotto ai tavoli dove Giambruno si cibava nella speranza di accaparrarsi qualche briciola. Li ho sentiti prostrarsi, chiedere, implorare, scandire ciascuno il proprio desiderio, garantendo in cambio fedeltà. E che sorrisi, quanti ossequi, per ingraziarsi il compagno. Che però ha sempre salutato scusandosi tanto ma avrebbero dovuto parlare direttamente con lei, lui non poteva nulla. Mai, neppure per un istante, ha vissuto con leggerezza il suo ruolo, anzi. Quante di quelle formichine oggi puntano il dito, sghignazzano, frugano tra la spazzatura? Molte.
Una seconda considerazione: chi ha tentato di colpire Giorgia Meloni lo ha fatto sempre usando la sua famiglia. Prima la madre, poi la sorella, poi il marito della sorella, ora il compagno. Lei è dunque inattaccabile. E questo significa che una parte di giornalismo, così come una parte di politica, è composta da gente incapace di agire su un piano di correttezza. Non avendo argomento concreti, non riuscendo a intervenire su un piano di contenuti, colpiscono il privato. Gli affetti.
Per questa disgraziata Nazione mi auguro sia ora chiaro che il Presidente del Consiglio non è ricattabile. Che l’esecutivo è solido e compatto. E che questo governo, guidato e composto da persone con un così alto senso delle istituzioni, arriverà alla fine del proprio mandato. La barra del timone è ferma, l’equipaggio saldo. Si mettano l’anima in pace i sorci: sopravviveranno un giorno, forse due, ma poi finiranno in mare.