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Governo, il debito pubblico è la vera sfida per Meloni

Alessandro Usai
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Arriva l’ennesima doccia fredda per l’economia europea. Il Fondo Monetario Internazionale indica che l’Eurozona crescerà appena dello 0,7 per cento nel 2023. Una brusca frenata rispetto al 3,3 per cento del 2022. E l’Italia? Siamo nella media europea ma le previsioni pochi mesi fa indicavano una crescita dell’1,1 per cento. Tutto questo senza contare gli effetti delle tensioni in Medioriente che rischiano di innescare una spirale sui prezzi che potrebbero portare a ulteriori rialzi dei tassi di interessi. La politica restrittiva voluta dalla Bce guidata da Christine Lagarde ha già prodotto i suoi effetti sulla crescita e una nuova accelerazione potrebbe colpire ancor di più il sistema produttivo. Così la vera sfida per il governo Meloni diventa quella economica. E i riflettori si spostano sul nostro debito pubblico. Tutto questo mentre si avvicinano i verdetti delle tre principali agenzie di rating.

 

 

La prima a pronunciarsi, il 20 ottobre, sarà Standard & Poor's, poi il 10 novembre sarà la volta di Fitch e infine il 17 toccherà a Moody's. Le analisi si concentrano sulla sostenibilità di un debito pubblico che sfiora i 3 mila miliardi di euro. Ecco allora che la road map dei prossimi collocamenti dei titoli di Stato diventa fondamentale per il sistema Italia. Ci sarà una maggiore offerta sul mercato di Btp e altri titoli di Stato e occorrerà un grande lavoro su banche, assicurazioni e investitori esteri per vendere al meglio il nostro debito. Qualche numero non fa stare tranquilli per il futuro. L’Ufficio parlamentare di bilancio ha calcolato il totale delle emissioni dei titoli di Stato italiani negli ultimi anni. Nel 2021 erano 279 miliardi, saliti a 316 miliardi nel 2022. Quest’anno arriveremo a 437 miliardi. Una progressione notevole che proseguirà anche nel 2024 quando sono previsti 480 miliardi. L'assorbimento di un'offerta crescente dipenderà molto dallo scenario internazionale ma in un contesto di rallentamento economico, la domanda di obbligazioni tende a crescere rendendo almeno in parte più agevole il lavoro degli emittenti. In teoria, un bene.

 

 

Ecco allora che il lavoro del Tesoro nei prossimi mesi sarà quello di rendere più attrattivo il debito pubblico italiano e i primi segnali mostrati dal Btp Valore lascia ben sperare. I risparmiatori sembrano essere ancora attratti dalle emissioni italiane, soprattutto se calibrate su scadenze non oltre i cinque anni. Un vero banco di prova per il governo che resta un osservato speciale sui mercati per il suo alto debito. Nel 2024 ci saranno anche le elezioni europee quindi i primi mesi saranno cruciali per mantenere la forte affidabilità che al momento l’Italia gode sui mercati. La prima tappa resta il parere delle agenzie di rating che potrebbero confermare il loro giudizio in attesa soprattutto di verificare gli sviluppi sul fronte del nuovo Patto di stabilità e della valutazione della Commissione Europea sulla legge di bilancio. Una valutazione in programma entro fine novembre. La partita resta lunga perché l’anno prossimo occorrerà anche fare i conti con il Pnrr che ha un impatto sui nostri conti pubblici. La sfida economica del governo Meloni sta per entrare nel vivo e la speranza è che, battaglie politiche a parte, tutti possano remare nella stessa direzione. Un auspicio che probabilmente non tutti saranno capaci di sottoscrivere.

 

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