Tribù

Berlusconi, esiste un “prima” e un “dopo” il Cavaliere: ha scritto la storia

Mario Benedetto

È arrivato un momento della storia (politica) che sembrava, in realtà, non dovesse arrivare mai. A pensarci bene, comunque, si fa ancora fatica a parlare di Silvio Berlusconi al passato. Le cronache ci riportano quotidianamente «a terra» rispetto un fatto che, più che terreno, ha parvenza d’etereo. Ma è accaduto. E oggi dobbiamo soffermarci sull’«uomo», come evocato anche dalla presidente del Parlamento europeo Metsola. Partiamo, come siamo soliti fare, dai fatti. E riguardo Silvio Berlusconi ne esiste sicuramente uno primario e incontrovertibile da portare all’attenzione: rispetto a ogni ambito che lo ha visto protagonista esiste un «prima» e un «dopo» Berlusconi. L’affermazione può avere un sapore «messianico» ma riportata alle vicende terrene assume i tratti di un fatto difficilmente confutabile. Esiste un prima e dopo Berlusconi nell’edilizia. Il progetto di Milano 2 risale al 1970 ed è ritenuto, non certo dai politologi, tuttora avanguardistico rispetto alla sua configurazione: gli ampi spazi verdi, la pianificazione integrata nella dislocazione che teneva conto delle esigenze abitative e dei servizi. Non ultima quella mobilità ormai pienamente entrata nel lessico contemporaneo che riguarda la vita di ogni centro urbano, imperniata su criteri di efficace percorribilità e sostenibilità. Milano 2 prevedeva un sistema di mobilità pedonale, ciclabile e dei veicoli quasi totalmente autonomi tra loro.

 

 

Proprio Milano 2 ci conduce all’altro ambito in cui c’è un altro prima e dopo Berlusconi, quello della televisione. La nuova zona residenziale, infatti, era stata dotata di una tv via cavo che, nelle intenzioni del futuro «Cavaliere», permettesse alle mamme di seguire i loro figli nelle attività quotidiane e comunque a tutti di vivere e condividere i momenti della vita di «quartiere». Lo sviluppo di questo investimento sarà Telemilano, trasmessa via etere. Seguono le vicende che ormai tutti conosciamo e che portano alla nascita alla prima alternativa al servizio pubblico della Rai: la storia della tv conosce uno spartiacque epocale. E ancora la tv di Berlusconi valicherà i confini nazionali arrivando in Francia, Germania e Spagna, dove è tuttora attiva Telecinco. Oggi il gruppo è Mediaset, o meglio Media for Europe, polo di primo piano a livello europeo. I suoi collaboratori inizialmente ascoltavano attoniti i progetti ambiziosi del Cavaliere. Man mano che li realizzava, però, avevano capito che «faceva sul serio». Il discorso vale anche per l’altro ambito che ha è interessato da un prima e un dopo Berlusconi, quello dello sport, del calcio. Quando lo rileva Berlusconi nel 1986, il Milan è una squadra in grande difficoltà. Ma l’imprenditore, editore, sposa questa sfida con il preciso obiettivo di portare il club sul tetto del mondo. Non c’era spazio per la titubanza dopo quello che aveva, nel frattempo, realizzato. È così che il Milan parte dagli scudetti per passare alle coppe europee sino a quelle intercontinentali. Sul tetto del mondo, appunto. Con una passarella di campioni, un legame con la tifoseria, che segnano uno spartiacque nella storia della squadra. Un altro spartiacque.

 

 

Arriviamo, così, a quel prima e dopo Berlusconi che ha segnato in modo più profondo l’ultimo periodo della sua vita e di quella della sua famiglia. E, trattandosi di politica, anche la vita degli italiani sino agli equilibri internazionali che la sua attività ha interessato. Partendo da qui, parliamo di rapporti che mantengono una loro unicità, come quello con la Libia di Gheddafi. Sino al nostro ruolo in Europa, che va oltre i sorrisi di Merkel e Sarkozy, ma passa per un Paese consacrato tra le grandi potenze. Sino agli equilibri globali che, dovendo scegliere un momento, si possono sintetizzare nella storica stretta di mano con Bush e Putin al G8 del 2002. Concordi o meno con il suo pensiero o con il suo operato, anche la Guerra Fredda è qui a ricordarci ciò su cui non bisogna concordare, ma basta rilevare: un prima e un dopo di cui Silvio Berlusconi ha, comunque, scritto le storie. Che sono storia.