COMMENTO
Primo Maggio, schiaffone di Paragone alla sinistra e appello al governo
In questi giorni si parla molto dell’armadio di Elly Schlein, della sua esperta in look e della relativa spesa per essere consigliata nel vestire. Ciò che stranisce è la scansione delle uscite della neosegretaria Pd - Cattelan, Fazio e appunto Vogue - come se facesse parte di una precisa strategia di comunicazione. Mai però come in questi casi, rifacendosi a McLuhann, il contenitore diventa il contenuto, cioé il paradigma del messaggio politico della giovane leader rappresentativa di battaglie che sempre più caratterizzeranno il principale partito del centrosinistra.
Se alla vigilia del Primo maggio non emerge la tesi e la visione della Schlein sul lavoro è perché le battaglie sugli altri diritti caratterizzano la sua leadership quasi esclusivamente, ergo significa che il Partito democratico ha abdicato dalla questione dei salari, della loro asimmetria profonda e ingiusta con gli stipendi d’oro dei manager. Non basta uno slogan, qui manca la tesi. Tale vuoto sicuramente avvantaggia il Movimento Cinquestelle, che tuttora può vivere di rendita per essersi intestato il reddito di cittadinanza; tuttavia è logico comprendere che il rdc non esaurisce affatto la tematica del lavoro.
Il centrodestra ha una platea di elettori lavoratori, anche di classi disagiate, che vorrebbe sapere che fine faranno con la penetrazione dell’intelligenza artificiale e dei robot nel mondo della produzione e dei servizi. Quel centrodestra aveva nella destra sociale e nella Lega del Bossi con la canottiera un rimando anche iconografico ai temi. Cosa dice l’attuale maggioranza in questo tempo di profonde trasformazioni? Trent’anni fa esatti, Bettino Craxi, diventava il bersaglio delle malefatte di Tangentopoli: non è arrivato il tempo di restituire al leader socialista il merito di aver evoluto il socialismo italiano e quindi l’intero campo progressista? Su Mondo Operaio Claudio Martelli vergò quello che poi sarebbe stato il discorso programmatico di Craxi a Rimini nell’82 scandendo il riformismo tra due parole «merito» e «bisogno». Saltava il tappo e liberava nuove risorse. Con un centrosinistra impegnato in altri campi, il centrodestra dovrebbe ripartire dalle parole di Craxi aggiungendone un’altra: opportunità.
Non possiamo pensare di confinare il tema del lavoro al reddito di cittadinanza o altre forme di sussidi, dobbiamo entrare nelle pieghe del perché in certi settori non si salda più domanda e offerta. Perché ci sono giovani che accettano di consegnare il cibo a domicilio come rider ma non accettano di fare il cameriere: basta perdere tempo su chi è fannullone, chi è furbetto.
Oggi è il reddito, ieri era la cassa integrazione generosa e incontrollata. Perché un lavoratore di 50 anni che esce dal lavoro diventa un fantasma disperato carico di debiti da pagare? Perché l’edilizia è un buco nero di lavoratori? Alla vigilia del Primo Maggio la sinistra pensa al look, il centrodestra rilanci sul merito, sui bisogni e sulle opportunità.