strategia precisa
Addio alla verità, c’è solo la propaganda. Paragone: “Chi controlla i controllori?”
In questo mese di febbraio stanno venendo a galla diverse notizie dall’impatto devastante perché rivelano una strategia di comunicazione precisa. E quindi da silenziare. Eppure le notizie ormai sono sotto gli occhi ma meglio lasciarle chete, non seguirle altrimenti potrebbero portare dove non bisogna andare: nel centro del potere intoccabile. Nei giorni scorsi si è parlato a lungo della caccia ai palloni con cui i cinesi, violando lo spazio aereo, avrebbero spiato gli americani e quindi del loro abbattimento con relativa acquisizione del materiale raccolto dai sensori. La cosa non era di secondaria importanza non fosse altro perché la Cina negava l’intenzione di voler violare i cieli Usa e minacciava interventi di pari natura. Insomma sul fronte delle relazioni diplomatiche eravamo vicini a un irrigidimento irreparabile. Ebbene, dopo tanti dibattiti il presidente degli Stati Uniti ha dovuto presentarsi ai microfoni e ammettere che si era sbagliato. Ops, dopo aver portato la vicenda dei palloni spia a un livello di propaganda e di comunicazione globale, Biden ha dovuto correggere il tiro e confessare che quei palloni spia (che cinesi e americani usano abbondantemente violando bellamente le regole) non erano appunto cinesi ma di compagnie private. «Però non mi scuserò con loro», ha aggiunto col tono di un bambino dispettoso. Ovviamente, uno si domanda: ma davvero qui siamo sull’orlo di una guerra planetaria, nucleare, e il fronte dei Buoni (quello dei Cattivi si sa è nelle mani di pazzi, provocatori, guerrafondai senza pietà) è retto da un bambino capriccioso? No, è retto da un signore che ha chiara la mappa del potere e agisce con altrettanta assenza di scrupoli nel conservare il proprio ruolo. Ma lo fa usando stampa, tv e propaganda.
I palloni spia si usano da anni, la Casa Bianca lo sa benissimo. La denuncia urbi et orbi faceva parte di una strategia di tensione che però è sfuggita di mano a Biden quando Xi Jinping ha giocato allo stesso gioco: tu dai la caccia ai palloni spia attribuendoli a me? Allora io abbatterò allo stesso modo qualsiasi cosa si muova sui cieli cinesi. Peccato che per la Cina anche lo spazio aereo di Taiwan è suo. Cosa sarebbe successo se la Cina su Taiwan avesse abbattuto un qualsiasi oggetto volante americano? Sarebbe successo l’irreparabile. Quindi, a Biden, qualcuno un po’ più saggio ha suggerito di indossare i panni del pompiere. A prescindere se quei palloni fossero o meno cinesi. Non lo sono? Figura da pisquano. Lo sono? Meglio non alzare il livello di scontro. Che è già alto e incandescente.
Seconda notizia. Un premio Pulitzer, Seymour Hersh, ha ricostruito una versione circa l’esplosione sui gasdotti del Nord Stream assai diversa da quella mainstream: il pesante danneggiamento dell’oleodotto strategico nelle forniture di gas proveniente dalla Russia sarebbe stato opera della Cia su mandato della Casa Bianca. E non dei russi come invece attaccava l’entourage del Presidente. Nei fatti l’esplosivo sarebbe stato collocato da sommozzatori Usa nell’ambito di una esercitazione Nato e poi fatto detonare da remoto per mezzo di una boa. (Per capirci, a Seymour Hersh fu attribuito il Pulitzer per aver raccontato l’orribile crimine di guerra commesso dai soldati americani in Vietnam, noto come massacro di My Lai: i militari uccisero, violentarono e mutilarono per ore, senza trovare alcun nemico. Il crimine fu insabbiato dai vertici militari per diciotto mesi, finché Hersh non lo scoprì. Quando il Washington Post finalmente pubblicò l’inchiesta, il Pentagono smentì categoricamente; invece era tutto vero e anni dopo, il principale responsabile fu condannato all’ergastolo dalla corte marziale ma immediatamente graziato dal presidente Nixon. A Hersh si debbono anche molte rivelazioni di quanto accadde ad Abu Grahib).
Recentemente il lavoro del giornalista americano è stato portato all’attenzione della Commissione europea con la richiesta di dare spazio e approfondire le accuse. Una richiesta normale, considerato che era dal Nord Stream che arrivava in Europa il grosso del gas russo prima delle sanzioni e della distruzione su cui è caduto il silenzio. Dunque la domanda sottintesa - Chi aveva interesse a sabotare il gasdotto e perché? - meritava una discussione seria. Invece che ha fatto la signora Ursula Von Der Leyen? Ha silenziato anche stavolta sul nascere la discussione, esattamente come era accaduto sui vaccini e sulle sue personali relazioni con il ceo della Pfizer, Albert Bourla, i cui scambi di sms sono irrecuperabili. Anche qui ci si potrebbe domandare perché tanto silenzio da parte dei giornaloni e dei tg circa la denuncia del New York Times contro la signora Ursula e sull’ostinata melina sui contratti e l’ostruzionismo sulle modalità dei negoziati tra Ue e Pfizer. Il metodo Von Der Leyen di mettere tutto a tacere anche su cosa accadde al Nord Stream ci impedirà di sapere la verità. Piuttosto meglio la propaganda.