Il centrodestra fermi il suo talk e governi
Discutere troppo logora chi lo fa, soprattutto se il chiacchiericcio litigarello è tra alleati politici che stanno al governo da poche settimane e dopo una netta vittoria elettorale. L'assenza del potere, di cui parlava Giulio Andreotti come di un elemento logorante, in questo caso non c'azzecca nulla visto che il centrodestra è al governo. Si tratta di un principio semplice del fare politica eppure, in questi ultimi giorni, il centrodestra sembra non averlo ancora messo bene a fuoco. Il talk tra alleati sulle accise - esagerato rispetto all'argomento - ne è un esempio, ma francamente il motto «o tagliamo le accise o morte» (politica) non ha nulla di risorgimentale e ha molto di tafazzismo. Ragion per cui il consiglio alla maggioranza di governo (libera, s'intende, di continuare a far come le pare) è questo: il segue dibattito sulle accise (o su altri temi) è roba da centrosinistra, finitela.
Il sondaggio umilia la sinistra e smentisce i critici: nuovo picco per Meloni
Giorgia Meloni è al governo da pochissimo, e con lei il centrodestra; alcune cose son state portate a casa, la legge di bilancio, il ruolo dell'Italia nella geopolitica mutata dalla guerra, un vertice europeo per cambiare il patto sull'immigrazione e cominciare a discuterne il modo. Ma perché prendersi ad accisate? Non ha senso, con un Pd in coma politico e con i 5S spostati sempre più a sinistra. Insomma, con un'opposizione in crisi evidente di strategie. Deduzione logica: il centrodestra per far politica oggi deve fare una cosa molto semplice: governare.
“Bastava un videocitofono...”. Rampelli silenzia le critiche di Cuzzocrea sulle supercazzole