il commento

Chi chiede di mettere un limite al contante accumula sacchi di soldi

Gianfranco Ferroni

Chi aveva difficoltà a comprendere il significato di «gauche caviar», nonostante il fondamentale e raffinatissimo libro scritto a quattro mani da Bobo Craxi e Fulvio Abbate, ora è servito: Bruxelles, città dei cavoletti (amari, per la sinistra), ha scodellato i peggiori vizi di una classe politica avvolta nelle bandiere rosse. Ecco così eletti ed ex eletti accomunati dalla voglia di farsi riempire il portafogli: c'è una formidabile battuta che sta girando a Roma, e che evoca il tetto al contante. Dice: «Giorgia Meloni aveva detto di alzare il limite a cinque sacchi, giusto? E questi di sinistra avevano proprio i sacchi pieni di soldi, prendendola alla lettera». Altri commentano che questa tangentopoli si sta allargando a macchia di petrolio. C'è una voglia di arricchirsi alle spalle degli altri che è tipica di un certo mondo politico, quello che si inserisce negli spazi lasciati scoperti dalla società civile, occupati militarmente da organizzazioni ben rodate e che si ammantano di fantasiose e inesistenti virtù. La cosiddetta «mondializzazione» ha aumentato la fame di certi personaggi, abituati ad esigere un pedaggio, come Ghino di Tacco, da tutti coloro che capitano a tiro. Istituzioni pletoriche, abbandonate a un destino autofago, che inventano norme soltanto per giustificare la loro stessa esistenza: da qui nascono le peggiori corruzioni, e concussioni.

 

 

Purtroppo, spesso questi centri di potere continentali, distanti dalla nazione, sono stati visti come i luoghi migliori nei quali piazzare i trombati alle elezioni politiche, i resti e gli scarti dei partiti, e il coronamento di fine carriera per chi voleva agguantare laute prebende (magari avendo la seconda famiglia, per usare una espressione gentile, all'estero). La vergogna che dovrebbe tormentare un ceto politico parassitario non sembra emergere, nonostante l'avversione dei cittadini nei confronti di coloro che ostentano ruoli senza avere attitudini e capacità per ricoprirli. Quella gauche caviar ben nota agli italiani, dall'onestà inversamente proporzionale a quella di gran parte degli elettori, che vengono turlupinati fino al giorno delle urne, vanta al telefono vacanze da milionari con lussi che nemmeno gli imprenditori più capaci oggi riescono a permettersi.

 

 

Fino al colmo: proprio quelli che sprecano le loro meningi per inventarsi un limite al contante accumulano nei sacchi banconote in quantità, degne di una filiale bancaria o di un ufficio postale nel giorno del pagamento delle pensioni. E sono talmente tanti, quei soldi, che ne viene fatta una «stima», all'ingrosso, tra le borse e valigie trovate nelle abitazioni. All'interno della politica, c'è chi parla dei vicini di scranno come di «figure tossiche», capaci di inquinare ogni atto compiuto nel palazzo del potere europeo. A questo punto sarà bene controllare e sottoporre a serie verifiche tutte le iniziative firmate dai colpevoli, per avere un quadro totale della corruzione a Bruxelles.