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L'Europa indaga sui vaccini, la richiesta di Paragone: Meloni cancelli obblighi e sanzioni

Gianluigi Paragone
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Forse eccedo nelle intenzioni della battaglia politica, però mi piace pensare che la chiusura della Meloni circa l'ingresso di Licia Ronzulli nel governo abbia a che fare con le dichiarazioni velenose di quest'ultima contro chi si opponeva all'obbligo vaccinale e alle discriminazioni del green pass. Come a dire: non vogliamo restare nella linea dei due governi precedenti. Non a caso nel giro di poche ore dalle chiacchiere che inserivano la Ronzulli nel totoministri (addirittura nella casella della Sanità) sul web erano partite raccolte firme per far capire l'aria che tirava. «Non vogliamo la Ronzulli ministro». Brava è stata dunque la premier in pectore a tenere il punto di fronte a un Berlusconi «fuori tempo massimo» e a rappresentare il sentimento non solo dei suoi elettori ma anche di chi aveva scelto partiti più radicali. Questa apertura di credito speriamo di poterla rafforzare anche rispetto ad altri passaggi assai attesi. Innanzitutto l'abrogazione espressa di ogni legge che prevede obblighi vaccinali per andare a lavorare; e il pieno reintegro del personale escluso, a cominciare da quello medico-sanitario: non è possibile che dai reparti ospedalieri si debbano tenere fuori coloro che si erano rifiutati di sottoporsi al vaccino. Inoltre, una commissione d'inchiesta seria, rigorosa non solo sul Covid ma anche sui vaccini, dalla negoziazione (così avremmo la possibilità di leggere i famosi sms tra i massimi dirigenti Pfizer e la presidentessa Ursula) alla loro efficacia. Ci tornerò pochissime righe sotto.

 

 

Infine, un grande gesto di apertura politica, un grande cambio di passo, potrebbe essere l'inserimento nella squadra di governo di professionisti sospesi dall'Ordine dei Medici per aver osato dissentire, non per capriccio ma per motivazioni che ora stanno venendo a galla. Due, tre nomi da spendere potrebbero essere quelli di Giovanni Frajese, di Dario Giacomini, di Giuseppe Barbaro. O ancora di Mariano Bizzarri. Sarebbe, ripeto, un grande cambio di passo rispetto alla stagione di Speranza e dei suoi... esperti. Ovviamente sappiamo benissimo che le urgenze del nuovo governo saranno di ordine economico e di tenuta sociale, ma non possiamo dimenticare che le esclusioni e le punizioni dal lavoro hanno avuto un prezzo e sono avvenute in nome dell'emergenza, spinte da una propaganda a senso unico il cui apice arrivò con le assurdità pronunciate dal premier uscente Mario Draghi: «L'appello a non vaccinarsi è appello a morire. Chi non si vaccina, si ammala e muore. Chi non si vaccina, contagia e fa morire».

 

 

Ebbene, la Meloni e la nuova maggioranza sostengano l'inchiesta promossa dalla procura europea sull'acquisto dei vaccini e la usino, appunto, come grimaldello per avere informazioni medico/scientifiche circa gli effetti da vaccini, morti incluse. Queste mosse a costo zero avrebbero un grande valore, sul piano sociale e persino economico. Specie se decidessero di annullare le multe pronte per chi non si è vaccinato e ad una sanatoria per le sanzioni irrogate nel periodo del Covid. Ps. Senza volere condizionare la decisione della Consulta, ci auguriamo enormemente che l'audizione della dirigente commerciale della Pfizer in Europarlamento e l'avviamento di una inchiesta da parte della procura europea possano costituire un ulteriore tassello al fine di una dichiarazione attesa da tanti: l'obbligo di un vaccino ancora in fase di sperimentazione e oscurato da informazioni importantissime rispetta il dettato costituzionale?

 

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