traino

Roma e Milano, investire sul turismo per combattere la recessione

Bruno Villois

Ci sono vocaboli che da sempre spaventano la grande maggioranza delle persone, in questa complessa fase del nostro tempo: queste parole sono recessione e razionamento. Il significato della prima aggancia un reticolo di altri vocaboli che a loro volto innescano sfiducia e ansia, disoccupazione, povertà, limitazione di modelli e stili di di vita. La seconda richiama dolorosi periodi bellici che oggi trovano riscontro nel conflitto russo-ucraino. Ristabilire condizioni che affievoliscano le possibilità dell’attuazione dei significati dei due concetti chiave citati è obiettivo fondamentale per evitare che la concretezza del rischi annessi si autoalimenti anche da suggestione e fragilità psicologiche, le quali sono sensibilmente accresciute dall’era covid, dai lockdown che hanno profondente alterato le relazioni sociali, ma anche i comportamenti lavorativi. A misurare l’insieme dei rischi e ricadute ci pensa la statistica, la quale confronta i dati di periodi in corso con quelli di situazione analoghe o similari. Così oggi parlando di razionamento, il pensiero corre alle domeniche a piedi degli anni settanta o peggio ancora al periodo bellico che sconvolse il mondo.

Non è un caso che la politica, in piena campagna elettorale, cerca di evitare rigorosamente l’inserimento dei due vocaboli chiave nel lessico ordinario e se lo fa tende a mimetizzarlo. Purtroppo però siamo alle soglie sia di una recessione, ad oggi praticamente disconosciuta da una parte rilevante della popolazione, sia di un razionamento di tempi e modi per l’utilizzo dell’energia. I numeri dell’economia dei primi due semestri dell’anno non riscontrano elementi di recessione, quelli del trimestre in corso, godendo ancora del decisivo peso del turismo estero e italiano, dovrebbero ancora avere il segno più davanti. Stesso parziale ragionamento lo si può fare per l’energia, vista la domanda che a causa degli utilizzi dell’aria condizionata a manetta, seppur concentrata nelle sole città, è stata a livelli di punta alla pari di quella invernale e la manifattura almeno per giugno e luglio a girato a pieno regime, ovvero il sistema ha retto e nessun razionamento è stato necessario. Il turismo è stato determinante e lo sarà ancora nell’attuale trimestre per reggere l’urto di una possibile recessione. C’è da domandarsi se sia possibile aumentarne l’entità attrattiva per l’autunno-inverno e riuscire così a limitare il calo della domanda interna e dell’export estero.

Roma campione mondiale è tra le prime 10 città del globo per presenze turistiche e può rappresentare, anche grazie ad un clima particolarmente favorevole per l’intero anno, il perno primario per attrarre e realizzare Pil. Milano può essere la seconda punta di diamante, grazie al riconosciuto prestigio che ha nel globo per fashion e lusso. Roma ha dimostrato di poter crescere sia nei numeri che nella qualità, il ricettivo medio è in continuo miglioramento, i servizi alla persona, informazioni, assistenza, iniziative culturali trainanti, deve ancora fare molti passi in avanti. Un grande museo internazionale di arte moderna e contemporanea sarebbe di grande rilevanza, soprattuto se arrivasse un blasonato nome, come il Moma di New York, o la londinese Tate Gallery. È vero che l’economia mondiale pagherà dazio, ma è altrettanto vero che i milioni di miliardari continueranno a viaggiare e cercare lusso. Il turismo per l’Italia deve essere una miniera di diamanti, ne abbiamo una quantità enorme.