Meeting di Rimini 2022, Enrico Letta & Co. escono distrutti: puntano esclusivamente a racimolare voti
Uomini che uccidono le donne (e viceversa), padri che picchiano e segregano ifigli, stupri, omicidi, risse. I dati sulla sicurezza sono in preoccupante aumento. Se persino il direttore di Radio Deejay, Linus, è arrivato a invocare una maggior presenza di forze dell'ordine sul territorio, significa che il problema è ormai percepito in modo trasversale. Solo gli esponenti di centrosinistra continuano a piegare la realtà all'ideologia politica che vuole i «sinistri» contrari alle divise. Chi se ne frega della sicurezza dei cittadini? Esempio ne è la recente polemica nei confronti di Giorgia Meloni colpevole di aver postato il video della violenza avvenuta a Piacenza, dimenticando le loro migliaia di pubblicazioni del video del nigeriano ammazzato poche settimane fa a Civitanova Marche. A ripristinare la corretta priorità ci ha pensato Matteo Salvini ieri dicendo l'ovvio: «Il problema è lo stupro e non la condivisione del video». L'ovvio, appunto.
Meeting Rimini, ovazione per Giorgia Meloni: la più applaudita tra i leader
Che è semplicemente guardare al concreto. Se dei problemi non si ha contezza non si può neppure tentare di risolverli. E il gap conoscitivo del centrosinistra non è limitato alla sicurezza. Se n'è avuta evidenza ieri a Rimini durante il primo (e con ogni probabilità unico) confronto allargato tra gli esponenti politici, magistralmente organizzato e guidato da Giorgio Vittadini, patron del Meeting. Per oltre due ore Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Maurizio Lupi, Enrico Letta, Luigi Di Maio, Ettore Rosato si sono confrontati esponendo ciascuno le proprie opinioni e ricette per aggiustare questo malandato Paese. Reddito di cittadinanza, istruzione, lavoro, fisco, pensioni, energie alternative. Di alcune proposte scandite da Salvini e Meloni persino Letta ha dovuto riconoscerne il buon senso. Il segretario Dem ha scoperto le difficoltà degli imprenditori e ammesso la necessità di ridurre il cuneo fiscale e la tassazione, mentre Di Maio ha convenuto sulla necessità di rivedere il reddito di cittadinanza. Peccato che i due sono ancora oggi al Governo e avrebbero potuto e potrebbero intervenire.
Il reddito grillino andrà in pensione: tutti vogliono cancellarlo. Di Maio lo rinnega
Palese dunque la vacuità degli impegni finalizzati esclusivamente alla campagna elettorale. Servirebbe maggior onestà. Anche perché la situazione è talmente grave - tra rincari e incertezze - che la realtà è ben nota a tutti. Confronti come quelli di ieri al Meeting di Rimini sono utilissimi per comprendere chi ha una proposta politica concreta e chi invece punta esclusivamente a racimolare voti.
Letta parla di scuola, travolto dai fischi: imbarazzo totale