il commento

Aspettiamo la (giusta) fine dei 5Stelle. Una legislatura tra gaffe e strafalcioni

Riccardo Pedrizzi

Non era necessario aspettare la presentazione delle candidature per prossime elezioni per rendersi conto della fine ingloriosa del movimento Cinque stelle. Le premesse si erano chiaramente viste già nel corso della legislatura che si sta chiudendo, allorquando i suoi rappresentanti istituzionali avevano dato prova della propria «inconsistenza». Qualche esempio: Nicola Morra, senatore, fa un Blitz al centro vaccinale di Cosenza, fa identificare i medici accusandoli di incapacità perché tardano a vaccinare un suo parente, alla morte del presidente della regione Calabria, Jole Santelli rimproverò il popolo calabrese per averla votata.

 

C'è poi il sottosegretario grillino agli interni, Carlo Sibilia che definisce Mario Draghi bankster e chiede che venga arrestato. Poco prima aveva scritto che lo sbarco dell'uomo sulla luna era stato una farsa cioè non era mai avvenuto. il ridicolo si è raggiunto con le nomine della Raggi, come sindaco di Roma, nel corso del suo mandato ha sostituito almeno una ventina di assessori e più volte i vertici delle società municipalizzate e/o controllate cInoltre il ministro dell'istruzione Lorenzo Fiaramonti propone di introdurre una «tassa educativa» sulle merendine per lanciare un nuovo modello alimentare.

 

Chi più ha fatto ridere l'Italia è stato il mitico ex ministro all'infrastrutture ed ai trasporti, Danilo Toninelli, che era convinto che al Brennero ci fosse un tunnel percorso giornalmente da centinaia di Tir e poi scambiava dei rimorchiatori per incrociatori, ha detto che l'Ucraina fa parte dell'unione europea. Non è da meno l'ex ministro della pubblica istruzione Lucia Azzolina della quale il quotidiano «Repubblica» scoprì che aveva copiato ampi stralci della sua tesina di abilitazione, scrive «infrazione» invece che «effrazione», «tracce» invece di traccie, ritiene che «edulcorato» sia sinonimo di esagerato, aveva sentenziato che «lo studente non è un imbuto da riempire». Ma verrà ricordata soprattutto per la scelta dei banchi a rotelle. E poi c'è anche Mario Di Stefano già sottosegretario agli affari esteri, che confonde il Libano con la Libia. Che dire dell'ex capo supremo dei 5stelle, Gigino di Maio che scrive della Francia «con la sua tradizione millenaria.

 

A Shanghai storpia il nome di Xi Jinping, aveva paragonato Matteo Renzi ad Augusto Pinochet "dittatore del Venezuela" e quando incontrò Mario Draghi disse "mi ha fatto una buona impressione». Per carità di patria ci fermiamo. Comunque aldilà di tutte queste vere proprie disavventure, alla base del fallimento di un progetto che aveva illuso molti italiani, c'è l'incoerenza politica di tutto il movimento:criticavano il finanziamento ai partiti ed hanno fatto il diavolo a quattro per farselo assegnare; volevano abolire le auto blu, avevano deciso di aprire il parlamento come una scatoletta, avrebbero dovuto «lasciare» dopo due mandati elettorali e si sono divisi in due partiti per rimanervi. E poi le battaglie contro la Tap, la TAV, la rivoluzione ecologica con l'Ilva che doveva essere chiusa, la diminuzione delle spese militari ecc... Insomma quello a cui assistiamo in questi giorni è un fallimento annunciato e potremmo dire consustanziale alla natura stessa di quel movimento che praticamente si è disintegrato.