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Crisi di governo, ora si superino schieramenti e ideologie: tutti uniti per rilanciare l'Italia

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Mai come in questo delicato momento servirebbe un'idea Paese che superi schieramenti e ideologie e abbia come fine comune le priorità da affrontare, pur nel rispetto di posizioni politiche che possono essere, e anche molto, differenti. Lavoro, salari e povertà; politica industriale, commerciale e agricola; politica energetica e sostenibilità; istruzione e aggiornamento permanente; salute e previdenza. In tutti i capitoli ci sono arretratezze di varia entità e punti forza che dobbiamo rafforzare e rendere maggiormente compatibili in un nuovo possibile ordinamento mondiale, le cui tracce sono ad oggi molto deboli. Nella situazione in cui siamo, con la guerra in Ucraina e il razionamento del gas russo, non vi è dubbio che l'energia balza al primo posto, perché è alla base della politica industriale, della qualità della vita delle persone e dell'inflazione dirompente. Per quest'ultima, grazie agli interventi governativi, è stato ottenuto un calo di percentuale passando da oltre il 60% a circa il 40, ovvero sugli 8 punti Istat, 3,5 sono per l'energia. L'accelerazione dell'uso delle fonti naturali, pur essendo rilevante, almeno per il decennio in corso non riuscirà mai a raggiungere neppure la metà del fabbisogno. Sono quindi indispensabili le forniture estere, i gassificatori, e un attento occhio al nuovo nucleare, ma anche ai termovalorizzatori, il cui numero va almeno raddoppiato.

 

 

Il tema della politica industriale, commerciale e agricola è direttamente collegato a quello energetico, ma presuppone una politica fiscale in grado di favorire gli investimenti, sia italiani che esteri, e una burocrazia che consenta nuovi insediamenti, integrazioni e modifiche in tempi ristretti. Ma serve anche un fisco accomodante per riuscire a cambiare marcia sul costo del lavoro e su quelli delle formazione e aggiornamento, il tutto con al centro l'impresa di ogni genere e soci o azionisti che vengano invogliati a dotarla di adeguato capitale di rischio, favorita dall'integrale detraibilità dalle sue tasse personali di quanto conferito in capitale sociale. Il Lazio, grazie a Roma, che ne rappresenta un traino eccezionale grazie al turismo, ha le condizioni di risentire in misura minore delle problematiche che stanno coinvolgendo il settore manifatturiero, il cui peso per la composizione del Pil regionale, pur rilevante per gli altri capoluoghi di provincia, lo è molto marginale per la capitale e di riflesso per l'intera regione.

 

 

Roma è capofila dell'attrattività turistica mondiale ed è in grado, se adeguatamente modernizzata, di scalare posizioni e avvicinarsi alla numero 1 Londra, il cui distacco ad oggi è di oltre 11 milioni di presenze anno. L'utilizzo delle risorse del PNRR e un diverso approccio della politica regionale alla soluzione dei grandi problemi della città, con in testa i rifiuti, il traffico, e la scarsa accelerazione tecnologica, possono rappresentare il balzo in avanti, i cui effetti positivi ricadrebbero anche sull'intera regione.

 

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