il commento
Economia, bene attrarre gli investimenti esteri. Ma non basta
Anni ’90. Mio zio Pietro mi osserva in modo strano mentre pranzo a casa sua ad Alassio. La domanda arriva secca: «Sei mancino?». «Sì zio». «Ma mancino mancino?». «Sì zio». «Usi la sinistra proprio in tutto? Anche per giocare a pallone? Sei impacciato quando usi la destra?». «Sì zio... che c’è?». «Domani ti faccio sapere quando devi essere a Messina». Ed è così che mi ritrovo dentro una risonanza magnetica come cavia. Mancava un mancino per chiudere uno studio sulla masticazione portato avanti dalla cattedra di ortognatodonzia di Torino e da quella di neurochirurgia di Messina. Mio zio riteneva che per curare bene i denti fosse necessario avere una visione olistica del corpo. Una masticazione storta, ad esempio, poteva derivare dal modo di camminare. Mentre una masticazione nervosa dal carattere.
Zio Pietro aveva messo su un team interdisciplinare di medici per studiare i pazienti sotto tutti i punti di vista. L’approccio è risultato vincente, almeno da quanto mi raccontano suoi allievi e pazienti. Con il fisco forniamo il cibo per il funzionamento del corpo. È fondamentale che il cibo sia sano e sufficiente, che venga masticato bene e che sia assorbito correttamente, senza appesantire. L’alimentazione, però, non è la sola cosa che il corpo richiede. Serve, a esempio, la ginnastica. Io dico sempre che le ginnastiche sono 3: per il fisico, per il cervello e per le emozioni. Esistono tanti altri fattori, azioni e atteggiamenti da prendere in considerazione. Evito di elencarli. Mi basta passare il concetto che lo Stato è composito e il funzionamento della macchina va osservato e gestito in maniera olistica. Leggendo il Decreto Aiuti mi colpisce l’art. 25. Non è fiscale ma mi stuzzica. Istituisce presso il MISE un fondo da 5 milioni annui per il potenziamento dell’attività di attrazione degli investimenti esteri. Il fondo ha la finalità di «incrementare l’attrattività del nostro Paese» per «favorire la ricezione di capitali stranieri da impiegare nei settori produttivi strategici per l’economia». Per fare ciò si creeranno all’estero, iniziando sembra da Londra e Los Angeles, sportelli unici che accompagnino e supportino gli investitori esteri negli adempimenti e pratiche utili alla concreta realizzazione dell’investimento. Ci sarà anche un sito web unitario con tutte le informazioni e gli strumenti rilevanti. Da ultimo, potranno essere ingaggiati 10 esperti con elevate competenze.
Mi piace l’approccio olistico che si vuole assumere sugli investimenti esteri. Mi piacerebbe vedere 10 esperti con competenze trasversali, ovviamente fiscali incluse, che aiutino a masticare bene gli investimenti e a camminare con i piedi dritti con un’unica voce. Mi piacerebbe anche vedere che la stessa cosa venisse fatta per gli investimenti nazionali. Va bene mirare a qualcosa che vada dall’Alpi alle Piramidi e dal Manzanarre al Reno ma visto che oggi non è il 5 maggio ma il 2 giugno, la Festa della Repubblica, mi piacerebbe anche vedere qualcosa che vada da Torino a Messina.
*fiscalista e adjunct professor Luiss Business School