LA MAGGICA E I FINTI GIALLOROSSI

La Roma può contare solo sul tifo in trasferta

Nati il 7 giugno

Maledizione, scherzavo l’altro giorno quando proponevo il Professore Mariani come nuovo Direttore Sportivo. Invece la malasorte, sospinta e foraggiata dai finti romanisti che circondano la Maggica, ha voluto inserirci di diritto nel Guinness dei primati in fatto di legamenti crociati; neanche Goffredo di Buglione ne ha mai avuti tanti in così poco tempo. Ponce, Nura, Rudiger, Mario Rui ed ora anche Alessandro Florenzi, forse il più doloroso di tutti perché vissuto in diretta televisiva e vedere i compagni mettersi le mani nei capelli è stato un autentico pugno nello stomaco. Forza Alessandro, ti aspettiamo più forte e combattivo che pria. Eppure la serata stava volgendo al meglio, con tante vestali della libertà di stampa costrette a riscrivere per intero i propri pezzi, sui quali  nell’intervallo avevano affossato i propri canini, più efficaci di quelli del principe delle tenebre. “I giovani rifiutati a Trigoria affossano le speranze della Roma”, immagino fosse questo l’argomento portante. Oggi gli esperti delle radio avrebbero analizzato a fondo questo comportamento di quel solito incapace e presuntuoso di Sabatini. Tra l’altro, sono gli stessi che all’alba della nuova proprietà ricoprirono di rifiuti organici quel quisque de populo di Luis Enrique, colpevole di avere mandato in campo Okaka, Caprari e Verre, all’epoca la meglio gioventù allevata da Albertino De Rossi. Perché a Roma funziona così. Se fai giocare i giovani del vivaio sei un incosciente; se li mandi a crescere, pronto a farli tornare a casa, come è stato brillantemente fatto proprio con Alessandro Florenzi, sei un imbecille. Avanti con la nuova riscrittura allora e riesco a vedere come la bile abbia travalicato il fegato di molti, nel dover essere obbligati a narrare delle vittorie di Spalletti, delle reti a ripetizione di Dzeko, delle prestazioni strepitose di Daniele De Rossi, uno che ha giocato l’ultima partita buona sette anni fa. Per non farci mancare nulla, abbiamo dovuto assistere anche ad uno stucchevole ping-pong tra il Presidente del CONI ed il Presidente dell’Osservatorio per le manifestazioni sportive presso il Ministero degli Interni. Le argomentazioni usate dalla seconda, per rispedire al palazzo H la speranza di un passo indietro in merito alle vessazioni cui vengono sottoposti solo ed esclusivamente i tifosi della capitale, lasciano costernati per quanto appaiono piene di demagogia e di inesattezze. Ormai, però, funziona così. La Roma ed i dirimpettai possono contare sul loro tifo solo in trasferta.