l'omaggio del presidente
25 Aprile, Mattarella solo e con la mascherina all'Altare della Patria a Roma
"Insieme possiamo farcela e lo stiamo dimostrando". Sergio Mattarella sa quanto può pesare per i cittadini italiani, chiusi in casa da 44 giorni per l'epidemia Covid 19, pronunciare la parola Libertà, racchiusa nella ricorrenza del 25 Aprile. Anche il presidente ha dovuto rinunciare alla tradizionale cerimonia con i militari e domani non sarà in Toscana, in uno dei luoghi della strage, dove avrebbe, come di consuetudine, ricordato e mantenuti vivi i valori di quella giornata in cui l'Italia si liberò "della scellerata avventura nazifascista". Ma da solo e con la mascherina oggi si è recato all'Altare della Patria, a Roma, per rendere omaggio in forma quasi privata al Milite Ignoto. Il capo dello Stato, portando con sé una corona, è arrivato in cima all'Altare della Patria accompagnato da due corazzieri e un trombettiere dei carabinieri che ha suonato Il Silenzio. Ed è agli italiani che Mattarella rivolge il suo "ce la faremo" non stancandosi mai di ripetere che "la nostra peculiarità nel saper superare le avversità deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova di una malattia che ha spezzato tante vite". Il Paese deve guardare avanti, deve ricominciare a progettare la vita economica e sociale, deve dedicarsi, ribadisce "al recupero di una piena sicurezza per la salute e a una azione di rilancio". Il capo dello Stato la definisce una "impresa" a cui "siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore". E' di una iniezione di fiducia di cui la penisola ha bisogno, partendo da quel passato che vide l'Italia in una condizione di sofferenza "unito intorno a valori morali e civili di portata universale" e che da quei valori "ha saputo costruire il proprio futuro". "Con tenacia, con spirito di sacrificio e senso di appartenenza alla comunità nazionale - sostiene Mattarella - l'Italia ha superato ostacoli che sembravano insormontabili". Ed è ancora il passato a fare da faro, a ricordare all'Italia che in un frangente storico doloroso il popolo è riuscito a sprigionare energie positive tali da portare alla rinascita. Lo stesso deve accadere ora, l'Italia non deve farsi piegare dal virus ma deve adoperarsi per la ricostruzione cambiando "il volto del nostro Paese". Mattarella ha fiducia ed è certo che la nazione saprà trovare gli antidoti come fece "contro il rigenerarsi di quei germi di odio e follia". E lo stanno dimostrando, quotidianamente, chi continua a combattere in prima linea contro l'epidemia quanti permettono il funzionamento di filiere produttive e di servizi essenziali. Loro, dice Mattarella, "manifestano uno spirito che onora la Repubblica e rafforza la solidarietà della nostra convivenza, nel segno della continuità dei valori che hanno reso straordinario il nostro Paese". E il pensiero non può non correre al fianco dei familiari di ciascuna delle vittime del Coronavirus, a cui "vanno i sentimenti di partecipazione al lutto da parte della nostra comunità nazionale". Oggi come allora, ne è certo l'inquilino del Colle, il popolo italiano può riprendere "in mano il proprio destino".Il Paese, insiste Mattarella, ha solide fondamenta nella democrazia, che anche nella dialettica e nel contrasto delle opinioni, "non ha mai incrinato l'esigenza di unità del popolo italiano, divenuta essa stessa prerogativa della nostra identità". Una riserva di valori, che lo stesso 25 Aprile custodisce, siano loro etici, civili e istituzionali che si stanno concretizzando "nel sentirsi responsabili verso la propria comunità, ogni volta che eventi dolorosi hanno messo alla prova la capacità e la volontà di ripresa dei nostri territori".