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Coronavirus, i brand famosi separano i marchi. Così ci spingono a stare a casa

Giada Oricchio
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Mai così lontani, mai così vicini. Il Coronavirus ha cambiato il mondo e le multinazionali hanno cambiato il marketing dando forma e sostanza a una campagna di sensibilizzazione e promozione del distanziamento sociale, fondamentale per bloccare il propagarsi del Covid-19. Mcdonald's Brasile ha separato gli archi della celeberrima M e la catena Burger King ha cancellato dal logo “of the whopper” lasciando ben visibile solo “stay home”. Coca Cola ha distanziato le lettere del brand scrivendo “Stare separati, è il miglior modo per stare uniti”, la casa automobilistica tedesca Audi ha separato i quattro cerchi sottolineando il messaggio con un “mantieni le distanze”, mentre la Volkswagen ha messo un ampio spazio tra la V e la W del suo logo: “grazie per continuare a mantenere le vostre distanze sociali”.  Per approfondire leggi anche: L'Empire State Building illuminato Dalle auto alle banane. La Chiquita ha “lasciato a casa” Miss Chiquita, ora nel cerchio compare solo la marca perché “la Miss resta a casa, fallo anche tu”. Separazione dei due mondi anche per Mastercard. Esortazioni a stare a casa da Netflix: “Se uscite, facciamo spoiler”, da Nike che punta sul sogno di ogni essere umano di gareggiare davanti a milioni di spettatori: “Questa è la tua occasione. Allenati dentro, competi per il mondo” e dalla storica rivista di viaggi britannica “Time Out” che ha modificato il marchio in “Time In” a “supporto di una politica sanitaria responsabile”. Poi c'è stata la campagna virale firmata dal web designer Luca De Matteis incentrata su una serie di calembour: il marchio “Dove” è diventato “Dove cavolo vai? Resta a casa che è meglio”; il colosso dell'arredamento Ikea ha dato vita allo slogan “Stare a casa è davvero una grande Ikea”; il dado Star è stato trasformato in “Star a casa è la cosa giusta da fare”. Il più divertente di tutti? “Se non rimani a casa è la volta buona che ti LEGO”.

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