non solo canzonette
Dalla lotta politica al flirt con Roger Waters: chi è Rula Jebreal
La Rai fa dietrofront e dà il via libera alla presenza della giornalista Rula Jebreal a Sanremo 2020. La Jebreal, finita al centro delle polemiche del Festival, non è un nome nuovo. Oggi 47enne, nata ad Haifa, in Israele di cui ha la cittadinanza come pure quella italiana, e figlia dell'imam (l'alta guida religiosa) della moschea di Al-Aqsa, la più grande di Gerusalemme a cui è spesso associato il nome dei Martiri, formazione estremista anti governo israeliano. Rula Jebreal è cresciuta in collegio dopo il suicidio della madre segnata da abusi subìti durante l'infanzia. La sua storia con l'Italia comincia con la borsa di studio che la porta a completare l'Università a Bologna nei primi anni Novanta, per poi cominciare a collaborare con varie testate stampa italiane. Diventa membro del Movimento palestinese per la democrazia e la cultura, compare come opinionista in tv, per dodici anni lavora in tv, prima a La7, poi con Santoro su Rai 2 ad Annozero. La Jebreal cura rassegne stampa in arabo e realizza, tra l'altro, un documentario indipendente e molto applaudito sull'Egitto. Molti non le perdonano le alte frequentazioni: già compagna per breve periodo del fondatore dei Pink Floyd (anche lui dichiaratamente pro Palestina) Roger Waters, poi del regista e gallerista Julian Schnabel che dirigerà il film Miral tratto dal libro della Jebreal (accolto da un vespaio di polemiche in Israele) quindi moglie poi divorziata di Arthur Altschul, figlio di un manager partner di Goldman Sachs. Memorabile il suo litigio in diretta tv con il giornalista Nicola Porro, il tema era la Brexit. La rete americana MSNBC (gestita da Nbc e Microsoft) ha cancellato tutte le sue apparizioni tv per aver detto che la stessa rete privilegiava la presenza di portavoce ed esponenti israeliani a dispetto di quelli palestinesi. Per approfondire leggi anche: Dietrofront Rai: Rula Jebreal ci sarà Dopo le critiche del centrodestra, le indiscrezioni sul possibile stop di Viale Mazzini, la levata di scudi della maggioranza pronta a sollevare il caso in Vigilanza, era stata la stessa Jebreal a denunciare, in un'intervista a Repubblica, il tentativo di esclusione ai suoi danni individuando il possibile mandante nel leader della Lega o in esponenti della tv pubblica legati al sovranismo ("In Rai c'è un brutto clima, e gli attacchi sono partiti da persone vicine a Matteo Salvini"). "Mi hanno telefonato pregandomi di fare io il passo, di rinunciare spontaneamente. Mi sono rifiutata. Gli ho mandato un messaggio scritto: se volete censurarmi dovete essere voi ad assumervene la responsabilità. La mia diversità fa paura".