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I tesori di Fidenae riemergono alla Galleria Porta di Roma

Mosaici e reperti emersi durante la costruzione del centro commerciale

Fernando M. Magliaro
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È stata presentata questa mattina alla stampa la mostra “Fidenæ alla Porta di Roma”, un'esposizione allestita all'interno del centro commerciale Porta di Roma in cui sono esposti mosaici e reperti archeologici emersi durante le fasi di costruzione della Galleria. La mostra sarà inaugurata ufficialmente e aperta al pubblico a partire da sabato 26 gennaio. In un'apposita saletta, creata al primo piano del Centro di fianco al negozio Alcott, sono stati collocati 4 mosaici e alcune teche nelle quali sono esposti piccoli oggetti rinvenuti durante gli scavi. I mosaici erano già stati esposti al pubblico negli anni scorsi ma, collocati all'ingresso di fronte all'info point, si erano rapidamente trasformati più che in un'area museale in un parcheggio per mariti abbandonati, bebé al cambio pannolino, mamme in allattamento. Da oltre un anno e mezzo, quindi, la direzione di Porta di Roma li aveva rimossi. Nello spazio espositivo trovano posti i raffinati mosaici di una antica stazione di posta, la mansio. Alle decorazioni, sono affiancati anche manufatti di vita quotidiana, depositi votivi, corredi funerari. Reperti che dal IV secolo a.C. arrivano al III d.C., dando una immagine di lunga durata del passato di un'area che ha visto fiorire un centro come l'antica Fidenæ, poi divenuta parte dei territori romani e che godette della fastosità dell'impero. L'antica Fidenæ fu la prima grande avversaria di Roma già ai tempi di Romolo e rimase a lungo il centro latino più vicino al confine settentrionale del territorio di Roma, sita in posizione strategica sull'altura dove oggi si trova la moderna Fidene. Dopo ripetuti scontri Roma la conquistò e la pose, dall'età tardo repubblicana, sotto il controllo amministrativo del Municipium Fidenatæ. La Soprintendenza Speciale di Roma, a partire dalla metà degli anni Ottanta, condusse una serie di campagne di scavo e successivamente, a partire dal 1998, coordinò le indagini preventive alla trasformazione urbanistica dell'area per il progetto Porta di Roma, ricerche che hanno incrementato i dati archeologici riguardanti il popolamento antico di questo territorio. Negli scavi per la Galleria commerciale, sono stati individuati dieci edifici a uso abitativo o produttivo, quindici assi viari, trentacinque nuclei sepolcrali, dieci edifici funerari, quindici cisterne, un acquedotto con pozzi d'ispezione, un'area sacra e opere agricole che ci permettono di ricostruire le tecniche di coltivazione, piantumazione e drenaggio in uso nell'antichità. Il progetto nasce dalla proficua collaborazione con la galleria Porta di Roma, che lo ha promosso, e la società H501, che lo ha sviluppato e coordinato, ed è finalizzato a creare un luogo di aggregazione culturale. I reperti in mostra sono il risultato di numerose campagne di scavi, di archeologia preventiva e di ricerca che hanno interessato per oltre venti anni l'area tra via delle Vigne Nuove, il Raccordo Anulare, il quartiere di Colle Salario e il viadotto dei Presidenti. Il progetto, finanziato interamente dalla Galleria Porta di Roma, è stato ideato e coordinato da Andrea Schiavo e curato scientificamente dall'archeologa Paola Filippini in collaborazione con Maria Rosaria Borzetti, Fabiola Fraioli, Barbara Porcari. Spiega il direttore di Porta di Roma, Filippo de Ambrogi: “abbiamo voluto valorizzare  qualcosa che non era associato alla storia di quest'area. Vogliamo che questo non sia solo un luogo dove spendere ma un luogo dove cerchiamo anche di fare cultura”. Per questo, ha aggiunto l'ideatore dello spazio espositivo, Andrea Schiavo, “verranno implementate le mostre e inizieremo già da questo fine settimana attività culturali per i bambini coinvolgendo anche le scuole”. Il tutto per “restituire a questa zona periferica, considerata senza identità, la consapevolezza della sua/  storia. Questa era la porta di quella che era la Roma Arcaica”, ha spiegato il sovrintendente Francesco Prosperetti.

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