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La corte degli zar rivive al Gran Ballo Russo

Colbacchi e mustacchi con i magnifici costumi storici e le prodezze degli allievi della Compagnia di Danza Storica

Andrea Cionci
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Colbacchi e mustacchi: nella notte di sabato, dalle temperature quasi moscovite, il Gran Ballo Russo ha ridato vita alla corte degli Zar nei magnifici saloni del Palazzo Brancaccio. Su circa 300 partecipanti, almeno un centinaio hanno preso l'aereo per arrivare a Roma, dalla Russia, dall'America e da tutta Europa.  Altri 100 sono arrivati da varie città italiane. Questa settima edizione, sempre in costume storico dal ‘700 all'800, è stata dedicata al grande compositore Pëtr Il'ič Čajkovskij e alla sua opera “Lo Schiaccianoci”. I giovani russi hanno aperto le danze per centinaia di coppie in un caleidoscopio di pizzi e crinoline, pellicce, parrucche, sparati inamidati e uniformi scintillanti. In maggioranza si tratta degli allievi della Compagnia Nazionale di Danza Storica fondata dal coreografo, conduttore Rai e docente Nino Graziano Luca. Insieme a Yulia Bazarova, promotrice della cultura russa in Italia, Luca è stato l'organizzatore di questo evento dal carattere istituzionale, patrocinato dal Comune di Roma, dalla Camera di Commercio Italo-Russa, dal Centro per la Scienza e la Cultura Russa e dal Foro di Dialogo tra Italia e Russia. Molto apprezzate le danze delle ballerine dell'Istituto di cultura di Mosca e della scuola “Junker” e l'esibizione del Dipartimento di Danza Classica (diretto da Debora Bianco) della Compagnia Nazionale di Danza Storica. Fra gli special guest, la ballerina Anastasia Kuzmina, protagonista delle ultime edizioni di Ballando con le Stelle su Raiuno.  “Non è stato un semplice ballo – spiega Nino Graziano Luca -  ma  un evento socio-culturale volto a consolidare i rapporti fra Russia e Italia, un'occasione per esprimere a viva voce la necessità di pace a livello internazionale, favorendo ponti interculturali che rafforzino i rapporti tra tutti i paesi”. Sempre più frequentemente, nelle grandi città come in provincia, vengono organizzati balli d'epoca, dove si riuniscono dame in crinolina e signori in frac, o in uniforme storica per eseguire balancé, allemand, passi scivolati tra quadriglie, mazurke e valzer. La cosa positiva è che sempre più giovani si stanno avvicinando a questi corsi ispirati al bello oggettivo, all'eleganza e al bon ton, culminando periodicamente in serate fiabesche sotto le sale affrescate dei più bei palazzi storici.    Nino Graziano Luca, spiega: “Nel corso degli anni ho raccolto circa 500 volumi di ballo antichi, in tutta Europa. Da questi emerge che dal 1839, con la progressiva affermazione del ceto borghese, cominciarono a comparire nei manuali di ballo anche norme attinenti il bon ton, per divulgare alle persone che non potevano vantare una raffinata educazione, il senso più profondo del rispetto e dell'eleganza. Sono valori di cui la nostra società sente un estremo bisogno, ecco perché la danza storica incontra sempre maggiore gradimento”. All'epoca, la musica era scritta per dare gioia, secondo le regole acustiche immutabili ed eterne della tonalità. La danza seguiva schemi e geometrie codificati, il portamento era funzionale alla motilità del corpo umano e al suo benessere. Partecipare a una di queste danze di coppia o collettive è un'esperienza unica, che suscita ancor oggi un divertimento e un piacere senza tempo.

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