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Scritte pro Brigate Rosse, l'ultimo insulto a Marco Biagi

Davide Di Santo
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Un ricordo senza pace per Marco Biagi, il giuslavorista ucciso 16 anni fa sotto la sua abitazione di via Valdonica nel centro di Bologna, da un commando delle Nuove Brigate Rosse. Rabbia e indignazione infatti da parte dei familiari 'colpiti' dalle parole dell'ex Br, Barbara Balzerani ("c'è una figura, la vittima che è diventato un mestiere") mentre scritte oltraggiose inneggianti alle Br ("Marco Biagi non pedala più. Onore a Marco Galesi") comparse sui muri dell'università dove insegnava il professore assassinato il 19 marzo 2002. "Un grande disgusto": Lorenzo Biagi, figlio del giuslavorista ucciso, non risparmia critiche all'ex brigatista. "Il monopolio della parola non lo vogliamo avere noi vittime ma - ha detto il figlio di Marco Biagi nel corso delle celebrazioni a Bologna del 16esimo anniversario dalla morte del giuslavorista - non lo dovrebbero avere di certo loro che sono solamente degli assassini e dovrebbero tacere e basta". Poi l'amarezza per la mancata scorta. "Lo Stato ha abbandonato mio padre. Penso che il fatto che gli sia stata tolta la scorta senza motivo o, comunque, con una grande sottovalutazione del pericolo sia una cosa molto grave. Spero - e' l'auspicio del giovane studente di Scienze politiche - che questo non capiti piu' ad altre persone o ad altre figure come lui". Infine, un messaggio agli autori dell'agguato: "Essendo una persona molto credente - ha concluso Lorenzo Biagi - non provo odio nei confronti di nessuno e neanche nei confronti degli assassini di mio padre pero', ovviamente, non li perdono perche' mio padre non l'ho piu' e questo rimarra' cosi' per sempre".  Queste le scritte oggi sui muri della facoltà di Economia a Modena. Questa la ragione del perché ricordare Marco Biagi. Non uno stanco rituale ma una battaglia di verità. Una morte assurda e ingiusta, maturata in un clima di odio e intolleranza che purtroppo non è scomparso pic.twitter.com/aNWfSMURGT— Michele Tiraboschi (@Michele_ADAPT) 19 marzo 2018 La giornata del ricordo e' stata infangata da una serie di scritte infamanti comparse proprio oggi sui muri dell'Universita' di Modena. Le scritte sono state rese pubbliche (attraverso Twitter) da Michele Tiraboschi, all'epoca assistente del giuslavorista ucciso. "Marco Biagi non pedala piu'. Onore a Mario Galesi. Onore ai compagni combattenti. 1.000 Biagi": queste le parole tracciate con spray nero sui muri della facolta' di Economia.  "Una morte assurda e ingiusta, maturata in un clima di odio e intolleranza - ha lamentato il docente di Unimore 'erede' di Biagi nell'ateneo emiliano - che purtroppo non e' scomparso". "Evocare i fatti di 16 anni fa con disprezzo per il sacrificio del nostro docente - queste le parole del rettore di Unimore Angelo O. Andrisano - e' un atto di incivilta'". Una ferma condanna per le scritte ingiuriose e' arrivata anche da diversi esponenti del mondo politico e dalle istituzioni locali. Dal presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini ("vigliacchi da perseguire con durezza) alla presidente dell'Assemblea legislativa, Simonetta Saliera ("offendere la memoria di una vittima innocente e' offendere tutta la nostra comunita'"). Dopo 16 anni la memoria di Marco Biagi e' ancora viva, come e' ancora forte il riconoscimento per l'importante contributo del giuslavorista al mondo del lavoro e per i giovani. Lo testimonia il ricordo del presidente della Repubblica. "In questa giornata desidero rinnovare la mia vicinanza e la mia solidarieta' alla signora Marina Orlandi Biagi - questo il messaggio di Sergio Mattarella - ai familiari, agli amici, ai colleghi, a quanti hanno continuato in questi anni a sviluppare i temi della ricerca di Biagi, approfondendo e ampliando il confronto, cercando soluzioni positive alle domande poste dai mutamenti profondi del lavoro e dei mercati, tentando di tenere insieme le esigenze di competitivita' del sistema con i principi costituzionali di equita' e di giustizia sociale". Oggi in via Valdonica la commossa commemorazione, presenti la vedova Marina Orlandi e il figlio Lorenzo, e rappresentanti delle istituzioni e della politica come Pier Ferdinando Casini. Il sindaco di Bologna, Virginio Merola ha deposto una corona di fiori nella piazzetta intitolata al giuslavorista vittima delle Br e non espresso la propria indignazione per le parole di Barbara Balzerani: "Hanno perso, si nascondano". Casini ha condiviso le parole del figlio di Biagi, esempio "dell'Italia perbene". Dopo il minuto di silenzio in consiglio comunale, questa sera e' previsto la consueta staffetta in bicicletta dalla stazione di Bologna fino al luogo dell'agguato, quella via Valdonica, lo stesso percorso che fece Biagi 16 anni fa prima di essere ucciso, sotto casa, dalle Brigate Rosse. Quello che rimane di questa giornata sono anche i ricordi di un figlio rimasto da bambino senza il papa': "Mi disse una frase molto dolce: 'topino - ricorda Lorenzo Biagi - ci vediamo questa sera a casa per festeggiare la Festa del papa'' e quella e' stata l'ultima volta che l'ho visto".

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