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L'evoluzione del motore secondo Citroen

Nel 1919 montava un motore 1.3 litri da 18 CV

simone vitta
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Quando si chiamavano ancora “Auto-Mobili”, all'inizio del 900, la scelta delle motorizzazioni da utilizzare, per far muovere quelli che erano poco più di carretti con ruote in legno, ricadeva su 3 possibili alternative: vapore, elettrico o combustione interna. Ricordiamo, che la prima auto a sfondare il muro dei 100 km/h, nel 1899, è stata l'elettrica “Jamais Contente” di Camille Jenazy, che ha percorso un chilometro in 34 secondi netti: 105,88 km/h. Ciò premesso, i problemi di approvvigionamento dell'elettrico sono quello che sono, così i costruttori più pratici optarono per l'unica scelta possibile: il petrolio. Citroen, già negli anni 30”, proponeva motori a “Combustione povera”, iniziando a convertire una fabbrica di armi e munizioni, durante la prima guerra mondiale, per la produzione di automobili, sfornando la mitica: “10Hp Tipo A”, che a dispetto del nome, di Cv ne aveva 18. La Tipo A portava a spasso 4 passeggeri, per una velocità massima di 70 km/h e consumi di 7/8 litri per 100 km, cui andavano aggiunti corposi rimbocchi d'olio, come per tutti i primi motori a combustione interna. Il motore era un 4 cilindri benzina di 1.3 litri ed il cambio, ovviamente manuale, aveva 3 rapporti. Andre Citroen è stato un vero pioniere delle moderne motorizzazioni endotermiche, anticipando, già nel 1969, l'iniezione elettronica. 

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