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La Discovery Sport passa all'ibrido

Tiziano Carmellini
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Oggi vogliamo parlare di una tipologia di mezzi di grande attualità che, di fatto, sta prendendo il posto del glorioso diesel. L'elettrico, ancora per qualche anno, vista la scarsa presenza di stazioni di ricarica, sarà appannaggio di pochi eletti, lo stesso per le ibride «Plug-in», quelle che ti consentono di andare a «0 emissioni», ma che vanno ricaricate con la presa. Questa Discovery «Mild Hybrid», invece, riesce ad avvicinarsi ai consumi contenuti di un motore a gasolio, nel rispetto delle normative antiinquinamento. Il segreto è in un sistema a «48» Volt, in grado di recuperare energia elettrica, che poi viene utilizzata per dare un aiutino al termico, quando c'è necessità. Il sistema insiste sul 4 cilindri benzina di 2.0 litri, per 200 Cv e 320 Nm di coppia a soli 1.250 giri. Il cambio è un ottimo automatico a 9 rapporti. Quando si schiaccia sull'acceleratore, l'auto va via fluida e veloce. Simpatico ed utilissimo, lo specchietto retrovisore a telecamer. Nonostante la mole, non proprio tra le più esigue (parliamo di un bel Suv di 4.60 metri), tra urbano e fuori, abbiamo consumato poco più di 8 litri per 100 km. L'auto ha in dotazione tutta l'elettronica possibile immaginabile, oltre al classico sistema di trazione integrale, davvero avanzato per un Suv, caratteristico di tutte le Land Rover. La nostra Discovery Sport, davvero piena di roba, la si porta a casa con circa 51.000 euro.

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