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Il Gruppo Psa nel futuro della sicurezza

Arriva l'Advanced Driver Assistance System dei francesi

Giovanni Massini
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Per il momento è vietato parlare di guida autonoma, ma soltanto di: «Guida assistita», dove l'uomo resta l'elemento chiave ed oggi faremo un tuffo nell'universo «ADAS» (Advanced Driver Assistance System), secondo il gruppo Psa, che pone come avanguardia il neonato brand DS. Anticipiamo subito, un paio di avanzatissimi sistemi, che poi verranno diffusi su tutti gli altri prodotti del gruppo. Il visore notturno agisce tramite una telecamera ad infrarossi, che legge di notte e con la nebbia, fino a 160 km/h, con un raggio di rilevazione che va dai 15 ai 100 metri ed è in grado di evidenziare «Corpi caldi» (almeno 50 cm) ed evidenziarli sullo schermo. Le sospensioni intelligenti, invece, sono abbinate ad una telecamera, che legge la strada e trasmette, in diretta, informazioni ad una centralina, che ne regola il funzionamento. Sempre su DS, c'è anche un sistema di rilevamento della stanchezza che, al contrario di altri marchingegni simili, in grado di reagire solo a bruschi interventi sullo sterzo, monitorizza il movimento delle palpebre e capisce se uno ha sonno. Questa è vera avanguardia, che il gruppo Psa sta gestendo secondo un progetto denominato «AVA» (ci lavorano 230 tecnici e sono state sperimentate auto ad altissimo livello di autonomia, per circa 200.000 km), volto alla creazione di software a misura d'uomo, di facile comprensione. Gli altri prodotti del gruppo hanno, comunque, a disposizione sistemi che: frenano automaticamente, riconoscono pedoni, si adattano alla distanza di sicurezza (impostabile) con il veicolo che precede, sfruttando il cruise control, leggono i cartelli stradali, monitorano l'angolo cieco avvisando il guidatore su cosa arriva da dietro, rilevano la stanchezza e mantengono l'auto in carreggiata intuendo anche il posizionamento preferito del guidatore (centrale, più spostato a sinistra o a destra). Il tutto, grazie a nuove telecamere, in grado di funzionare bene, senza perdere la messa a fuoco (riconoscono addirittura i segnali per i camion e li differenziano da quelli per le auto), accoppiate a sensori radar, capaci di scannerizzare la strada. Per il momento, siamo ancora, nei casi più avanzati, a livello «2», per una guida realmente autonoma, bisogna arrivare al «5», previsto per il 2030. Gli sforzi delle case automobilistiche, però, non bastano e servono anche dei seri interventi infrastrutturali, in grado di adattare le strade, a questi automatismi. Adeguamenti già in atto, anche nel nostro paese, dove sono stati stanziati 3 milioni di euro, per il triennio 2017-2019.

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