Jeep Renegade, una storia lunga 70 anni
Presentata la prima jeep "made in Italy" erede di quella che nel 1944, guidata dal generale Clark, fece il suo ingresso a Roma liberata dai tedeschi
BALOCCO (Vercelli) Quando John Elkann e Sergio Marchionne, il vertice di Fiat Chrysler Automobiles, hanno presentato a Roma la prima Jeep “made in Italy” al presidente del Consiglio Matteo Renzi, si sono dimenticati di sottolineare a dovere (altrimenti si sarebbe saputo) una rilevanza storica dell'evento. Che vanta, lo ricordiamo perché testimoni diretti ai bordi della Via Appia, un singolare precedente di ben 70 anni fa: nel giugno del '44 una Jeep rigorosamente americana, quella verde-oliva stellata del gen. Clark, alla testa della V Armata, faceva la sua (prima) apparizione a Roma, finalmente libera dall'occupazione tedesca. La Jeep Renegade, dunque. Presentata in grande stile nel centro prove, sperimentazioni e collaudi di FCA di Balocco, nel vercellese, è l'erede italiana del leggendario veicolo militare 4x4, un indubbio protagonista della Seconda Guerra Mondiale, compatto, robusto, spartano, essenziale quanto bastava allora. Basata sulla piattaforma della Fiat 500X, la Renegade è lunga 4 metri e 20 e alta 1 e 67, in grado di ospitare cinque persone. È una Suv in piena regola di ‘taglia small', progettata tra Italia e Stati Uniti e prodotta nello stabilimento di Melfi (accanto proprio alla Fiat 500X) e in futuro anche in Brasile e in Cina. Subito a vederla non può non richiamare una certa parentela solo estetica con la… progenitrice Jeep, specie nel frontale per via del parabrezza verticale, del vistoso cofano e della griglia con le canoniche sette feritoie che complessivamente fanno tanto Wrangler. Riccamente accessoriata, viene proposta negli allestimenti Longitude, Limited e Trailhawk, cui in fase di lancio si aggiunge l'Opening Edition. Le motorizzazioni, tutte sovralimentate e dotate di Stop&Start, comprendono il benzina 1.4 MultiAir da 140 cv e i diesel MultiJet 1.6 da 120 cv e 2.0 da 140 o 170 cv. La trazione integrale, abbinata solo ai turbodiesel, è dotata di un utilissimo sistema di disconnessione automatica dell'asse posteriore quando non è necessaria la modalità 4x4. Il cambio automatico a nove rapporti (di derivazione Cherokee) è accoppiato in esclusiva ai 2.0 e in particolare soltanto il 170 cv motorizza la versione Trailhawk, il non-plus-ultra per la marcia fuoristradistica, alta com'è da terra 21 cm, potendo beneficiare dello straordinario Jeep Active Drive+Low. Il programma di guida prevede cinque possibilità di scelta, gestite elettronicamente, a seconda del fondo del terreno: asfalto, neve, fango, sabbia e pietre. Quanto alla sicurezza di marcia, la Renegade fa affidamento su dispositivi (di serie e non) che garantiscono la stabilità, la frenata assistita, l'antiribaltamento e la traiettoria in corsia. Il listino di questa Jeep, la prima prodotta fuori degli Stati Uniti, indica un interessante ventaglio di prezzi: da 23.500 euro il benzina 4x2, 24.500 il turbodiesel 120 cv, 27.300 il 2.0 140 cv con cambio manuale a sei marce e 31.300 con cambio automatico a nove rapporti, 32.800 il top di gamma la Trailhawk 2.0 170 cv, integrale e automatica insieme. Più che legittime le ambizioni di successo della Jeep Renegade in un mercato, quello europeo, delle crossover compatte, destinato rapidamente a crescere fino ai 3,5 milioni di unità nel 2018. E ciononostante a fronte di una ben qualificata concorrenza, rappresentata da Nissan Juke, Peugeot 2008, Ford EcoSport, Renault Capture, Opel Mokka, Skoda Yeti e, a breve, da Suzuki Vitara, Honda HR-V e Fiat 500X, presto in prima visione al Salone di Parigi. Ma la potenziale rete di distribuzione della Jeep Renegade, secondo i piani a medio termine di FCA, va oltre i confini dell'Europa, coinvolgendo un centinaio di Paesi almeno.
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