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Dai rifiuti nascono abiti-scultura

Katia Perrini
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Erano lattine di bibite, imballaggi, contenitori alimentari. Si sono trasformati in opere d'arte e abiti-scultura. Così riciclare, sotto il Vesuvio, è diventato sinonimo di rivoluzione culturale e sociale. Di rinascita dalle ceneri. «Napoli è sempre stata etichettata come la città dell'immondizia. Noi, invece, vogliamo dimostrare che dall'immondizia si rinasce». Parole di Annalaura di Luggo, eclettica artista partenopea e mente (e braccia) del progetto «Napoli Eden». Piazze, strade, vicoli del centro cittadino hanno ospitato, nel periodo natalizio, quattro installazioni luminose realizzate grazie al contributo del CIAL (Consorzio Italiano Alluminio): Triunphus in piazza Municipio, Pyramid in Galleria Umberto I, Geminus a largo Baracche e Harmonia in largo Santa Caterina a Chiaia. Ciò che era morto e destinato a discariche e magazzini è tornato a nuova vita. «Napoli oggi si è trasformata in una città diversa che ce la fa, che vuole risorgere, rinascere, tendere all'Eden», ha spiegato ancora l'artista. I ragazzi dei Quartieri Spagnoli la chiamano «Scheggia» perché non sta mai ferma, un vulcano di idee sempre in movimento. Un metro e sessanta dagli occhi e i capelli scurissimi che si è immersa nella periferia napoletana per uscirne vincitrice. «L'albero di Natale nella galleria Umberto - ha detto - non è mai durato. È sempre finito distrutto. Perciò per il mio Pyramid, sono andata nei Quartieri Spagnoli, porta a porta, a chiedere la collaborazione per costruire l'albero a piramide luminoso. È stata un'esperienza bellissima, ho trovato tanto entusiamo. E, non solo questa installazione è durata per tutte le vacanze natalizie, ma anche le altre tre non sono state toccate. L'arte ha vinto. Per una volta l'arte è uscita dai musei per entrare nella città, per poter essere vissuta e fruita da tutti. Napoletani e turisti. È stata una sfida vincente che presto speriamo di poter ripetere anche in altre città. Vorremmo trasformare "Napoli Eden" in "Roma Eden" e "Milano Eden"». E per celebrare il successo del progetto di riciclo creativo è andata in scena «Lux!» la sfilata-evento di abiti-scultura realizzati dagli studenti del Laboratorio di Fashion Design dell'Accademia di Belle Arti di Roma coordinato da Graziella Pera. Sulla passerella allestita nel suggestivo Palazzo Nunziante, sede della Fideuram Private Bank, sulle musiche originali di Eugenio Bennato, hanno sfilato le lucenti creazioni, realizzate - per restare in tema - in alluminio riciclato plasmato in ventagli e foglie, mini-corazze, piccole piramidi, onde, sfere, coni. «C'è voluto più di un mese per realizzare questi abiti - ha raccontato Graziella Pera, stilista e costumista - i ragazzi hanno disegnato una vera e propria collezione di trenta modelli ma ognuno ne ha realizzato solo uno. All'inizio non è stato facile perché l'alluminio è un materiale duttile ma rigido difficile da lavorare, ci si taglia. Ma poi è nato un rapporto d'amore con la materia e la creatività ha preso il sopravvento». Le 22 creazioni presentate a Napoli partiranno in queste ore per tornare nella Capitale dove potranno essere ammirate il prossimo 27 gennaio, durante il calendario di sfilate di AltaRoma nella sede dell'Accademia di Belle Arti in via di Ripetta.

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