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Nonni e bimbi il Natale è vostro

Senza nonni e bambini la Natività perde gusto. Eppure famiglie spezzatino, impegni e denatalità stanno cancellando la tradizione

Marcello Veneziani
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Su, venite intorno al presepe che vi svelo il segreto di Natale. E' un segreto semplice, banale, risaputo, ma nessuno ci bada. Ve lo dico a rovescio: provate a festeggiare Natale solo tra coetanei, di qualunque età voi siate. E provate a festeggiarlo solo tra persone dello stesso sesso, amici o coppie omosex, non importa. Non sarà Natale. Qualunque altra festa, magari pure Capodanno, può funzionare anche così ma Natale no. E' la festa zero/cento. Non è Natale senza vecchi né bambini. Manca qualcosa di essenziale, di familiare, di nuovo e d'antico. E non solo perché i vecchi e i bambini sono poi i veri credenti nel Natale, per tradizione o per magia, per stupore o per nostalgia. Né solo perché le due categorie estreme sono più prossime al cielo, più vicine all'ingresso e all'uscita, e magari usano ancora pregare, credono ai miracoli e agli eventi naturali che diventano soprannaturali. Ma perché il Natale è la festa che unisce le generazioni, i sessi, le famiglie, i cugini, le zie, le quattro età della vita: l'infanzia, la giovinezza, la maturità e la vecchiaia. Gli Indispensabili sono loro, gli opposti estremisti, i piccoli e i vecchi. Non è Natale senza di loro. Nonostante la retorica umanitaria che vorrebbe fare del presepe una specie di congresso dell'Onu sui migranti, Natale è la festa del Nostrano, non dell'Estraneo, ma del Consanguineo, della Prossimità. In una parola della famiglia di sempre. Poi, magari, a Natale ti annoi, i pranzi ti sfondano e ti rompono, sogni l'evasione, a subire i giochi di Natale ti senti un detenuto in celia d'isolamento, non sopporti nonni e nipoti e la loro santa alleanza per infliggerti la tombola. Ma quando poi non ci sono, avverti un buco come una mangiatoia nel tuo cuore. Un abisso. E in processione senza di loro, chi porta il Bambino, chi vi costringe a cantare? A costo di adottarli, non dico di noleggiarli, procuratevi per Natale vecchi e bambini, anziché preoccuparvi solo dell'abbacchio e dei bengala. In una pubblicità, Fiorello dice che Natale sono i regali; beh, provate a far sparire, come fa lui, i nonni e i nipoti con i loro occhi spalancati sulle luci, e provate a riempirvi solo di pacchi e pacchetti. Non sarà Natale ma una festa qualunque, anzi qualunque altro shopping. Natale sono loro, perché sono la proiezione nella vita di ogni giorno del Bambino, del Vecchio Padre, della Madre Ragazza, della Sacra Famiglia. E di una comunità, di un mondo che si muove per loro, e cerca da lontano quel punto di luce e di calore. Natale sono loro, vecchi e bambini, oltre che padri e madri, angeli che cantano sospesi da un filo sulla grotta e animali caloriferi, gente comune e sovrani lontani. E invece molti italiani festeggeranno, festeggeremo, il Natale senza vecchi e senza bambini. E vivranno, vivremo il Natale nel ricordo di antichi Natali favolosi, con le nonne registe del presepe e delle processioni domestiche, e i nipoti affascinati dalla magia delle luci, dei personaggi, degli angeli svolazzanti, del bue e l'asinello, dei Re Magi. A cominciare dal più piccolo che si sentiva per la prima volta in vita sua investito da un compito solenne, portare il Bambinello in processione. Lui, collega appena più grande e portatore del Protagonista. Non sarà così per molti italiani, perché le famiglie sono spezzatini a geometria variabile, gli impegni di ciascuno sono difficili da conciliare, bambini non ne nascono, e i vecchi a volte si dimenticano. No, non sono loro a dimenticarsi di Natale per arteriosclerosi o anche peggio; ma i famigliari che sfuggono al loro lento e faticoso esistere, non vogliono deprimersi e rispecchiarsi nel loro futuro... Per tutti coloro che non avranno più generazioni a festeggiare il Natale riunite in un solo corpo mistico e puerile, Natale sarà un Natale in contumacia, d'amore latitante, un Natale in cui più forte conterà l'assenza. Dolce e amaro, sarà la festa della Nostalgia.

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