sgomento
Al mercato dei bambini
Nel cuore dell’Europa, a due passi dall’Europarlamento, a Bruxelles, si svolge la fiera più bestiale e assurda che io conosca. Si vendono bambini per coppie omosessuali. E questa sarebbe civiltà, e questa sarebbe l’unione europea, e questa sarebbe modernità? Non ci volevo credere quando ho letto il reportage per Tempi di Leone Grotti pubblicato sul Filo d’Arianna e ripreso da Affari italiani. Sono rimasto incredulo e nauseato. Per carità sappiamo che basta andare sui siti e gli uteri in affitto, retoricamente ribattezzati maternità surrogate, sono accessibili a tutti. Ci sono siti per il traffico di uteri e creature, con numeri telefonici, mail da contattare, a volte anche prezzi base: 28.500 euro, quanto una buona auto ma dura di più, l’incognita più che la creatura è la durata della coppia degli omogenitori. Ma poi con gli accessori e il kit costano come delle Ferrari. Ci sono tre marchi principali operanti in Italia online, benché multinazionali. In Europa la Spagna scippa ai civilissimi paesi del nord Europa la leadership di questo mercatino dell’abusato. Ma è in Belgio, nel solito Belgio già macchiatosi d’infamia con la pedofilia, che addirittura diventa una fiera campionaria, una fiera del bestiame applicata alle persone, che ha chiuso i battenti domenica scorsa. Si chiama inequivocabilmente «Men having baby», è alla quarta edizione e si svolge in un hotel Hilton. I pupi virtuali sono in mostra, li puoi scegliere sul catalogo, li puoi ordinare tramite una specie di mamazon. Un tempo per indicare un cinico disposto a tutto, si diceva che si venderebbe la madre pur di conseguire il suo vantaggio. Quel cinico virtuale è stato superato da centinaia di cinici reali: c’è un’industria per il peggioramento della specie che prostituisce uteri e vende i figli a coppie dello stesso sesso. Le immagini a supporto sono inequivocabili: maschietti felici con il loro prodotto appena acquistato, non dirò ancora cellofanato in placenta, ma appena sfornato dalla ditta Mamma-Cash. Si arriva a 160mila euro per un bimbo commissionato con tutti i supporti del caso e i gadget psicoumanitari dell’occorrenza. La fiera del bestiame umano, o se preferite la sagra del novellame umano, si svolge alla luce del sole, in barba a leggi, convenzioni e accordi internazionali che tutelano i bambini e il loro diritto di avere un padre e una madre. Metto da parte lo sgomento e vi chiedo tre cose: la prima è il silenzio d’Europa di fronte a questo sbarco di clandestini neonati per puro capriccio di alcuni acquirenti che dopo aver fatto la loro libera scelta di unirsi in coppia omosessuale, e nessuno glielo contesta, hanno la pretesa di avere un figlio. Quest’Europa così solerte sui tetti di debito da non sfondare, sulle ong da difendere e sui migranti da scaricare a singoli paesi, si distrae se a due passi dai loro occhi, dalle loro commissioni, dai loro palazzi asettici, avviene questo vergognoso mercatino che viola i diritti più elementari delle creature più indifese e delle donne. Dov’è l’Europa, dove sono le corti di giustizia europee, dove sono le commissarie Onu, e tutti gli altri carrozzonti umanitari? Poi mi chiedo che società schifosa è mai questa dove puoi permetterti anche questi sfizi se sei ricco, o comunque benestante, e puoi farti fare un estratto, una centrifuga di figlio scegliendo gli ingredienti; e puoi comprarti la fertilità, la dignità e la vita di una donna (femministe dove vi siete cacciate, perché state zitte?). Infine mi chiedo, oltre l’Unione Europea mercantile e miserabile, repressiva coi paesi poveri e permissivi con gli omosessuali ricchi, attenta a non sforare i parametri ma disattenta allo sfornare bambini in vendita e uteri in affitto; ma perché avere un bambino deve diventare un diritto assoluto, accessibile a certe condizioni economiche? La natività è un dono, un frutto d’unione e un progetto condiviso tra un uomo e una donna, viene quando si forma una famiglia secondo natura; o in subordine se un padre e una madre (soprattuto se non possono avere figli) decidono di adottare un neonato senza genitori. Ma perché si confondono i diritti coi desideri, e magari coi capricci? Se scegli di vivere con qualcuno del tuo stesso sesso, fallo (non è un’esclamazione sessista, è un verbo). Ma non pretendere poi di avere anche quel che non puoi avere. Questa pretesa della botte piena e della moglie ubriaca mi ricorda quegli atei che vogliono la benedizione del prete, quegli abortisti che vogliono il sostegno del Papa. Assumetevi le responsabilità della vostra scelta, vi si apriranno alcune strade e vi si chiuderanno delle altre. È così difficile restare umani, rispettare la vita e la natura, i diritti e i doveri, la libertà e i suoi limiti?