L'orgoglio di essere laziali
Amore e coraggio invocati dalla straordinaria Curva Nord non sono bastati. La Lazio non ce la fa, perde la quarta finale consecutiva contro la Juve dominatrice del calcio italiano da sei anni. Finisce con le lacrime biancocelesti, la coppa Italia la alza al cielo capitan Chiellini, a Biglia resta l'amarezza per un altro trofeo sfuggito. Il popolo laziale applaude, coccola gli sconfitti, li chiama per un ultimo saluto dopo una fantastica cavalcata. Eliminate Inter e Roma, quest'ultima con un'impresa griffata da Immobile Milinkovic, Keita e Anderson, niente da fare contro il super budget della Juve. I soldi, purtroppo, contano eccome nel dorato mondo del pallone moderno. Onore a questa Lazio capace di far piangere di gioia i suoi tifosi dopo una sconfitta. La Nord vince sempre, cori per Simone Inzaghi e per gli altri pretoriani, autori comunque di una stagione da incorniciare. È mancata la ciliegina sulla torta ma poco da dire su impegno e cuore profusi fino al fischio finale dell'arbitro Tagliavento. Perché è troppo bello essere laziali, scozzesi in terra inglese, il club più antico della Capitale, quelli che hanno portato il calcio a Roma. Ora la Juve chiuda la pratica scudetto e magari la prossima volta i titolari contro i giallorossi, le riserve contro la Lazio.