Il caso dello scudetto della Lazio 1915
La Figc deve fare giustizia
L’attesa continua, si arriverà al nuovo anno dopo le elezioni della Figc a meno di una accelerazione impensabile visti i tanti problemi della federazione e l’imminente passaggio decisivo per il futuro del nostro calcio. Tant’è, i laziali aspettano, chiedono giustizia perché dopo che si è conosciuto il parere della commissione dei cinque giuristi nominata dal presidente Tavecchio, c’è poco da discutere. Ci sarebbe solo da votare su quella relazione non vincolante ma molto dettagliata che chiede di sanare un errore macroscopico commesso dai dirigenti federali dell’epoca: «L’unica soluzione per rimediare alle evidenti omissioni commesse dalla federazione nell’assegnazione del titolo di Campione d’Italia 1915 al Genoa, rimane quella di attribuire ex aequo alla Lazio il medesimo titolo per quell’anno». Parole chiare, dritte al cuore dei componenti del consiglio federale che si spera non si facciano influenzare da simpatie calcistiche o da antipatie personali nei confronti del presidente Lotito. Perché un eventuale e improbabile esito negativo della votazione sarebbe davvero una pagina triste per coloro i quali, invece di leggere le carte, approfondire la conoscenza dei documenti storici riemersi un po’ ingialliti grazie alla buona volontà di laziali veri, fossero condizionati da altre vicende. Qui si parla di sport, di ragazzi morti o tornati feriti dalla «Grande Guerra» che non ebbero la possibilità di disputare una finale di un campionato conquistata sul campo. Si parla di qualche dirigente federale che nel 1919 non ebbe la sensibilità di far prevalere l’aspetto sportivo considerando un’impresa impossibile per un club del centro sud battere in quel momento storico uno del nord. Sarebbe come negare al Crotone la speranza di poter battere la Juve dandogli lo 0-3 a tavolino. Questo principio non deve passare mai più, ci sarà sempre un Davide pronto a sfidare Golia e a sconfiggerlo. La Figc non perda l’occasione di fare giustizia.