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Forza Italia pare la Libia

Silvio Berlusconi

Scontri tribali all'ombra del Cav

Luigi Bisignani
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Caro direttore, Forza Italia è ormai ridotta peggio della Libia e si presenta alle elezioni europee frastornata e divisa. Seguendo paradossalmente il copione libico ha le sue fazioni: con il generale Haftar potrebbero esserci Ghedini, Ronzulli e Tajani; con Sarraj, più filo-governativi e con l'appoggio della comunità internazionale, si potrebbero immaginare Casellati, Gelmini e Gianni Letta, da sempre fedeli al Cavaliere che, a sua volta, assomiglia sempre più al figlio di Gheddafi, Saif, oggi chiuso in un bunker, così come Lui ad Arcore. Tutti lo invocano, ma appare sempre più isolato, tagliato fuori da tutte le comunicazioni per un black out doloso che ha colpito la sua casa della Brianza. Il gruppo di Haftar, inoltre, ha preso il controllo della struttura operativa di Mediaset che, soprattutto nei programmi di attualità e intrattenimento, sta ormai passando completamente in mano agli infiltrati leghisti. Il vecchio capo tribù di Mediaset, Fedele Confalonieri, per la prima volta appare disorientato, né riesce più a sedare le rivolte e le piccole scaramucce in corso, tanto che gli osservatori internazionali temono il perdurare di una guerriglia permanente, a bassa intensità, piuttosto che uno showdown che ristabilizzi la situazione con un rinnovato e duraturo equilibrio prima dell'arrivo delle truppe d'oltralpe del generale bretone Vincent Bolloré. Dalla costa, i primi barconi di migranti sono già partiti in cerca di un futuro migliore. Alcune zone, come il nord-est, sono state regalate ai tedeschi dopo un‘alleanza siglata mesi fa da Antonio Tajani, tanto da spingere una delle amazzoni, Elisabetta Gardini, con oltre 70mila munizioni personali, a lasciare il campo, corteggiata in queste ore da fazioni alleate ma concorrenti. E Tajani, mega Presidente del Parlamento Europeo che si è fatto sfilare la capogruppo, si sta mettendo in marcia su un campo minato. Forse solo ora sta realizzando che aver costretto il Cavaliere a non presentarsi nell'Italia Centrale è un errore che potrebbe pagare caro, visto che deve contare solo sulle sue piccole truppe di mercenari locali, annidati tra Frosinone e Latina, senza beneficiare della forza d'urto del vecchio indomito Comandante Berlusconi. Rischia, infatti, di fare una figuraccia sul piano delle preferenze che deve raccogliere. Ma l'altro Capitano del centrodestra, Matteo Salvini, che tanto si occupa di Libia in queste ore, togliendo la scena al gioioso presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al desparecido ministro degli Esteri Moavero, come si sta preparando all'assalto finale di Forza Italia? Guarda con interesse all'operazione di simpatia tra Giovanni Toti, governatore della Liguria, e Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, che a Torino sanciranno qualcosa di più di una semplice alleanza. Negli accordi, infatti, nonostante la contrarietà del vecchio guru di Giorgia, Fabio Rampelli, Toti appoggerà candidati di Fratelli d'Italia, come Alfredo Antoniozzi, con un passato nell'Ncd di Angelino Alfano, per poi realizzare una sua gamba moderata del centrodestra a trazione sovranista, che sta raccogliendo già molti accoliti. E Berlusconi? Speriamo che il suo piccolo cerchio magico gli lasci fare Berlusconi, almeno per l'ultima volta, permettendo a coloro che lo stimano di poterlo votare. In tempi di Pasqua, ci si aspetta che esca finalmente dal bunker e risorga.

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