turbamenti vaticani
Papa Francesco e i cinque anni di Pontificato, in libro veritas
Caro direttore, ancora una volta è un libro a scuotere le disadorne stanze di Santa Marta, dove alloggia da cinque anni Papa Bergoglio. È una profonda riflessione sul Pontificato, non un libro scandalo, che esce nel giorno del quinto anniversario dall’elezione di Papa Bergoglio e sembra raccogliere i malumori di una curia e di un episcopato sempre più disorientati. A scriverlo, non un reporter alla ricerca di scandaletti ma un giornalista di razza, Mauro Mazza, per anni al vertice delle testate Rai. “Bergoglio e pregiudizio” (Pagine editore, 210 pagine) è stato scritto sulla base originaria di articoli e appunti d’occasione, successivamente assemblati o, più spesso, ampliati e riscritti. Un libro vergato da un cattolico coraggioso che lascia il lettore pieno di interrogativi. Nella sua impietosa carrellata tocca tutti i punti più controversi di questo quinquennio, dai divorziati agli omosessuali, dalle aperture in politica estera, soprattutto nei confronti degli ortodossi di Mosca, fino alle anomalie di alcuni centri di potere, come Comunione e Liberazione. Con la curiosità di un cronista e la visione di uno storico, Mazza non crede che possano arrivare, ma neanche esclude, eventuali dimissioni del Papa. «Era profondamente diversa», scrive Mazza, «la situazione vissuta con Benedetto XVI. Furono dimissioni clamorose e inattese. Eppure una sua rinuncia, pur con così pochi precedenti nella storia bimillenaria della Chiesa, era considerata realistica». In realtà, le dimissioni di cui lo stesso Bergoglio aveva fatto cenno si sono scontrate con un fatto indiscutibile: la buona salute di cui gode il Papa Emerito. Se la coesistenza di due Papi (che alcuni importanti teologi vedono come parte integrante dello stesso ministero: uno orante, l'altro militante) è di per sé già un fatto surreale, quella di tre Papi rischia di diventare tragica. L’autore sottolinea come Francesco sia accusato di aver creato confusione nella dottrina e nei sacramenti – con due sinodi dei vescovi e con un’esortazione apostolica – in materia di comunione ai divorziati risposati. Allo stesso modo, gli viene attribuita la responsabilità di aver prodotto grave turbamento con quella sua domanda retorica «chi sono io per giudicare?» in tema di omosessualità. Ma l’accusa diventa quasi una condanna in tema di migrazione, quando si ricorda che «l’immigrazione fattasi invasione potrebbe cancellare l’identità dei popoli d’Europa e la civiltà un tempo cristiana». Mazza non gli risparmia nulla e ricorda come venga rimproverato a Francesco di «non aver saputo portare a termine nessuna delle riforme annunciate e di aver commesso una serie di errori affidando grandi responsabilità a personaggi non meritevoli, puntualmente rivelatisi inadeguati, incapaci e, talvolta, corrotti. Imputano a Bergoglio anche di avere affidato dosi massicce di potere, in Vaticano, a esponenti di curia ambiziosi, intolleranti e vendicativi che hanno instaurato un insano clima di paura». Viene sicuramente spontaneo chiedersi, al termine della lettura, chi saranno state le autorevoli voci che hanno accompagnato un intellettuale di rango nel suo percorso letterario. «Non sarà vero al cento per cento ma qualcosa dev’essere accaduto, sul finire del 2017, quando le pareti di casa Santa Marta pare abbiano vibrato per alcuni minuti durante un acceso faccia a faccia tra Francesco e un autorevole porporato che gli avrebbe rinfacciato errori e scelte sbagliate («Noi ti abbiamo eletto per riformare e non per distruggere tutto!»). Seguendo il filo conduttore del libro parrebbe addirittura che un crescente numero di cardinali, già convinti elettori di Bergoglio, avrebbe in animo di mettere in discussione alcune decisioni se non addirittura a invocare quelle dimissioni da lui stesso evocate nei primi mesi del pontificato, tra osanna ed entusiasmi popolari. Tuttavia i disegni dello Spirito Santo sono imperscrutabili ma A Santa Marta saranno in tanti a chiedersi con chi si sia confrontato Mazza.