Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

In Europa è rimasto un solo leader

Luigi Bisignani
  • a
  • a
  • a

Caro direttore, alla fine di questa celebrazione per i 60 anni dei Trattati europei rimarrà un'immagine rovesciata: quella dei leader del vecchio Continente come degli scolaretti davanti al Vescovo di Roma. Loro che girano per una Roma blindata, impauriti e sorridenti, e lui a Milano che, incurante di ogni pericolo, si ferma in un bagno chimico e si lascia fotografare. Viene da sorridere a quell'Europa dei vari Zapatero che per anni hanno cercato di mettere in un angolo le radici cristiane e ora si trovano un Papa che li scavalca a destra e sinistra. Un'Europa piccina che non riesce a mettersi d'accordo su nulla, dall'immigrazione al terrorismo, da come gestire i bilanci ai rapporti con la Russia e, dopo Brexit, con il Regno Unito. Bergoglio li spiazza, diventando il paladino degli ultimi, nel nome della Misericordia. Incurante, o addirittura sordo, alle proteste che da parte dei tradizionalisti si levano contro il suo apostolato, quel «Chi sono io per giudicare» diventa un monito verso tutti quei populisti che ritengono di avere la ricetta giusta inseguendo Twitter. E come si sarà sentito François Hollande abbracciando Papa Francesco sotto la croce seicentesca del salone d'onore del palazzo apostolico? Proprio lui che si è rifiutato di inviare gli auguri di Natale ai cattolici di Francia, a differenza di quello che regolarmente fa in occasione delle feste del Ramadan. L'Europa che esce da Roma è una fotografia sbiadita dal tempo e dalla distanza con i cittadini europei, con 27 piccoli galletti e con Angela Merkel, unica First Lady della politica, più giocosa che convincente. Perfetto nel loro ruolo di cerimoniere il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, un po' meno la Sindaca Virginia Raggi, in una cerimonia che, se non è stata un funerale grazie alle forze dell'ordine, si è rivelata uno stupendo spot per la nostra Capitale, più bella che mai. Mentre Bergoglio, con il piglio di un leader mondiale, raccoglieva le lacrime di San Vittore e le ola di San Siro.

Dai blog