Il dilemma di Silvio Berlusconi
Caro direttore, Renzi ha superato il crollo narcisistico che ha avuto dopo la disfatta elettorale mentre Berlusconi è prigioniero di un dilemma dal quale non sa come uscire. Il Premier dimissionario ha assorbito psicologicamente la prova referendaria, com'è parso palese dalle consultazioni parallele che ha fatto e che dovrebbero portare all'incarico, se gli riesce, il più arrendevole dei suoi Ministri, Paolo Gentiloni. Il Cavaliere invece è dilaniato, dichiarazioni ufficiali a parte, dalle richieste che gli ha fatto Sergio Mattarella di appoggiare, in seguito all'intesa sulla riforma elettorale, il nuovo governo, con la prospettiva utilissima anche a Forza Italia di arrivare alla fine naturale della legislatura nel 2018. Ma oggi è severamente vietato dirlo. Il Capo dello Stato, quando vuole, sa essere convincente e avrebbe fatto in modo che più persone recapitassero a Berlusconi qualcosa in più di una semplice promessa. Ad 80 anni, dopo mille traversie umane, di salute e giudiziarie, Zio Silvio aspetta giustamente una piena riabilitazione politica dalla Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo e magari, dopo, chissà potrebbe anche spuntare un seggio da senatore a vita. E chi meglio di Paolo Gentiloni, uno dei più cari amici di Fedele Confalonieri, con un'anima radicale e garantista, può usare tutta la sua influenza per mandare finalmente le carte giuste a Strasburgo entro il 31 dicembre? Renzi, preso da altri impegni, pare non ne abbia avuto il tempo. Berlusconi potrebbe cogliere finalmente l'ultima occasione che la storia e anche la sua età gli presentano: tornare davvero in gioco. Ma c'è un'altra prospettiva che miracolosamente gli si pone di fronte, non riuscendo a trovare un leader per rilanciare il centrodestra: una nuova grande aggregazione, magari anche con Matteo Renzi, destinato ormai a sbattere contro le varie anime del PD. Un nuovo partito con Berlusconi tra i padri fondatori potrebbe essere l'unico argine allo tsunami del MoVimento 5 Stelle, le cui onde stanno per travolgere tutto, forse anche con la Lega come alleata.