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La riforma Madia, il Quirinale e le difficoltà di Renzi

Il ministro Marianna Madia

Luigi Bisignani
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Caro Direttore, sulla Corte Costituzionale Renzi ormai peggio di Berlusconi. Dopo la bocciatura della Legge Madia ha commentato che il suo scopo è quello di eliminare «la burocrazia opprimente». Neppure una parola sul fatto che alcuni articoli cassati sono stati scritti a vanvera come aveva anticipato da subito «Il Tempo», il Consiglio di Stato, il Comitato dei dirigenti e per ultimo il Parlamento. Ma al Premier non viene neppure in mente che dovrebbe fare in modo che i provvedimenti vengano ponderati con l'aiuto di qualche fine giurista e non da dilettanti allo sbaraglio. Dopo una simile bocciatura sarebbe stato logico aspettarsi le dimissioni della ministra Marianna Madia spinta in questo precipizio, secondo quanto si sussurra, da qualche Ufficio del Quirinale che sta addirittura spingendo per riproporre il decreto. Forse che l'attuale Alta dirigenza ministeriale va rimossa perché fa ombra al Colle? Oppure una manovra di vecchi Dc per mettere in difficoltà Renzi e spianare la strada a Dario Franceschini, così di casa dalle parti di Mattarella?

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