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Longines Global Champions Tour, Roma aspetta De Luca e Halifax van het Kluizebos

Lorenzo De Luca (ph.©LGCT/Stefano Grasso)

Daniela Cursi
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C'è grande attesa allo Stadio dei Marmi per Lorenzo De Luca, numero 2 nel mondo e attualmente 5° nella graduatoria del circuito targato Longines Global Champions Tour. Ma c'è grande attesa anche per il suo compagno di gara, Halifax van het Kluizebos, stallone belga del 2007  che oltre a vantare una genealogia di fuoriclasse (il padre è Heartbreaker, il nonno materno Fetiche du Pas, figlio di Le tot de semilly), può vantarsi di aver contribuito all'inedito secondo posto azzurro, firmato da De Luca, nella ranking mondiale FEI. Dal canto suo, Halifax, è primo, grazie al suo cavaliere, nella graduatoria che da 4 mesi lo vede al comando rispetto a tutti i cavalli del mondo (WBFSH Rolex World Ranking). Affidato al talento “De Luca” da Stefan Conter - proprietario della nota scuderia Stephen Stables residente in Belgio - pochi mesi dopo il suo arrivo, ovvero due anni e mezzo fa, Halifax, precedentemente sotto la sella del tedesco Daniel Deusseur, ha cominciato a compiere i passi di una progressiva crescita, passando da categorie alte 1 metro e 40 a competizioni 1.50.  Il primo debutto in queste categorie è avvenuto nel dicembre 2015, in occasione dell'internazionale 3 stelle di Francoforte. “Quel giorno Halifax mi ha confermato non solo di essere un gran saltatore, ma anche di possedere i mezzi per affrontare categorie più importanti”, ha dichiarato De Luca. “Quando ho cominciato a montarlo - ha spiegato l'azzurro - non sapevo fin dove potesse arrivare e il mio unico pensiero è stato quello di accettare i suoi tempi, preferendo lavorare sul nostro feeling”. I risultati non si sono fatti aspettare. Nel 2016, infatti, questo binomio ha firmato un primo posto nella categoria internazionale 155 di Bourg en Bresse, cui sono seguite le vittorie a Dublino (150 CSIO), Oslo (145 World Cup) e Londra  (150 World Cup). Tutte gare di contorno, rispetto al Gran Premio, delle quali lo stallone belga si è reso protagonista, esattamente come nel circuito del Longines Global Champions Tour 2017: le tappe di Città del Messico, Miami, Cannes e Parigi lo hanno visto lasciare dietro tutti i concorrenti stellati su percorsi di un metro e 50. “È un grande combattente - ha commentato De Luca - ed è sempre stato il secondo cavallo rispetto a Ensor e Armitage. Adesso, però, soprattutto alla luce del suo 4° posto nel Gran Premio di Bruxelles (altezza degli ostcoli, 1 metro e 60, ndr), penso che sia arrivato il momento di inserirlo tra “i titolari” della scuderia. Con lui punto al GP del Global di Roma. E' al massimo della forma e so che potrà far bene nell'arena dello Stadio dei Marmi”. Sulla chiave di lettura che De Luca ha applicato nel suo rapporto con Halifax, il cavaliere ha chiarito “Non bisogna spersonalizzarlo perché lui mette il suo carattere in tutto quello che fa. E' un giocherellone che ama lavorare in libertà i primi 30 minuti per poi essere progressivamente concentrato. Ha molta personalità. E' questa la sua forza e apprezza che io la rispetti. In cambio si comporta come un gladiatore”. Il cavaliere trentenne, originario di Lecce, ha lasciato la sua città undici anni fa per inseguire il suo sogno sportivo. “Da allora non sono più andato in vacanza - rivela l'azzurro - ma non mi pesa. Chi vuole praticare questo sport ad alti livelli deve fare una scelta di vita e accettare di lavorare senza limiti di orario”. Incuriositi da questo concetto, gli abbiamo chiesto una sorta di “prontuario del buon cavaliere”. Ecco le sei regole a firma “De Luca”: “Amare i cavalli prima di tutto;  essere pronti a dedicare loro 12 ore al giorno;  prestare attenzione ai rapporti umani con tutto il team che ruota intorno alla scuderia (groom, veterinari, maniscalchi, proprietari, sponsor, e via dicendo);  accettare gli alti e bassi di questo sport vivendo con lo stesso equilibrio la vittoria e la sconfitta; conservare la volontà di migliorarsi accogliendo i consigli di tutti; curare l'intesa con il cavallo prima di rincorrere la vittoria”.

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