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Stadium stregato, passa la Juventus

Tiziano Carmellini
Tiziano Carmellini

Perché lo sport, come la vita, si può vedere e quindi raccontare anche da un'altra prospettiva

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E dieci! Tutto secondo pronostico, la Roma rimedia la decima sconfitta in altrettante gare giocate all'Allianz Stadium contro la Juventus e lascia la Coppa Italia: una competizione che negli anni passati l'aveva vista protagonista e che invece adesso è diventata una sorta di maledizione. In semifinale va la Juve che vince 3-1 facendo il minino indispensabile e aspetta la vincente di Milan-Torino che si giocherà martedì. Resta intatto il tabù (il bilancio dei gol è 24-4 per i bianconeri) che nemmeno l'estro di Fonseca è riuscito ad infrangere: ma era tutto chiaro dall'inizio, perché solo il consueto ottimismo della sponda giallorossa della Capitale poteva far pensare che sarebbe finita diversamente viste le formazioni in campo. Questa Juventus non è una corazzata, ha si un paio di fenomeni in mezzo al campo ma contro questa Roma basta e avanza: è comunque squadra. La Roma invece è a pezzi, senza molti titolari e con dei cambi ridicoli: praticamente ieri sera Fonseca (che forse ha sbagliato la formazione iniziale) in attacco non aveva alternative. Quando a un certo punto ha capito che Kluivert (imbarazzante), non poteva giocare, si è guardato alle spalle e ha capito di non aver cambi adeguati. Ma il problema di fondo è che se a questa squadra lì davanti togli Dzeko, unico punto di riferimento vero, la frittata è fatta. Peccato, perché la Roma ci ha anche provato, giocando un buon primo tempo ma all'intervallo il bilancio era già impietoso: tre a zero per i padroni di casa con zero tiri in porta dei giallorossi. Non basta muovere il pallone. Apre il primo gol in Coppa Italia di Cristiano Ronaldo, poi va a segno anche Bentacur e (ancora una volta a tempo scaduto) arriva anche il 3-0 targato Bonucci: troppo anche per questa Roma rabberciata. Ripresa un po' meglio, ma la dinamica della serata è già scritta: e sembra che a saperlo siano più i giallorossi che i padroni di casa. La Roma non ci crede: prima Kalinic sbaglia un gol da dentro la porta (per favore si trovi un alternativa per il futuro: basta opere di bene), poi il gol di Under (in realtà autogol di Buffon) che porta il risultato sul 3-1 ma non riaccende i giallorossi. Fonseca cambia, è costretto a mettere Santon per Kluivert avanzando Florenzi che poco dopo uscirà per Veretout e alla fine si fa pure male Diawara: un disastro. Come se non bastasse piove sul bagnato: il tecnico portoghese perde per la stracittadina il giocatore più in forma del momento, anche ieri sera migliore in campo. Fatale, perché domenica al derby sarà un'altra battaglia che rischia di finire in un bagno di sangue. Difficile pensare che questa Roma a pezzi, (recupera solo Perotti e torna Dzeko) possa riuscire a fare meglio della Lazio dei record. Poi è vero, il derby è una partita senza pronostico (è la storia a raccontarlo), ma mai come stavolta i valori in campo e i pronostici saranno tutti da una parte. Ma almeno la Roma ci deve provare: il popolo gialloroso lo merita.

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