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La Roma a Verona vince un'altra battaglia

Tiziano Carmellini
Tiziano Carmellini

Perché lo sport, come la vita, si può vedere e quindi raccontare anche da un'altra prospettiva

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Un'altra battaglia, un'altra vittoria. La Roma esce a testa alta dall'acquitrino di Verona, porta a casa tre punti fondamentali per morale e classifica. Con la terza vittoria consecutiva dopo la sosta tra campionato ed Europa è confermato il quarto posto a due punti dal terzo e adesso Fonseca può pensare alla capolista da affrontare a San Siro venerdì sera. Servirà tutto il riposo possibile, perché la Roma ieri al Bentegodi ha mostrato i danni che fa l'Europa League contro una delle squadre più belle e difficili da affrontare qual è il Verona di Juric: che le prova tutte, anche mettere nel finale Pazzini bestia nera dei giallorossi. Ma non basta. Perché stavolta la Roma c'è e seppur a fatica porta via l'intera posta dopo un primo tempo di battaglia e una ripresa di grande sofferenza, soprattutto fisica. La Var fa il suo, ma Fonseca azzecca tutti cambi e permette alla Roma e ai suoi 1500 tifosi arrivati fin lassù di tornare a pensare in grande, contro una squadra che ne aveva molto di più. Ma i giallorossi lo avevano messo in preventivo, a Verona la giocano dall'inizio e anche dopo il gol del vantaggio sanno bene che la questione è tutt'altro che finita. La Roma va avanti con l'ottavo assist stagionale di Pellegrini che lancia di sinistro splendidamente Kluivert a rete. Geniale l'intuizione del fantasista romano, ottimo lo stop in corsa del giovane olandese, così come la botta a rete tra le gambe di Silvestri che mette la partita giallorossa in discesa. Finita? Macché, è solo l'inizio perché la Roma incassa subito il gol del pareggio. Arriva tutto dalla fascia destra della difesa giallorossa, dove Santon viene saltato sistematicamente. Il fatto che sia lui il titolare da quella parte con Spinazzola non ancora al top e Florenzi fuori per l'ottava volta nelle ultime nove partite, deve far pensare. Resta il gol del pari realizzato da Faraoni di testa e incassato dai giallorossi che si fanno trovare messi male tutti occupati a tamponare a destra con l'uomo libero dall'altra parte dell'area. Impossibile metterci una pezza per Pau Lopez che già in avvio avevo fatto un paio di buone cose. Ma la Roma non molla e sfiora il raddoppio con una bella mezza girata di Pellegrini (assist di Kolarov). Poi aspetta quattro minuti prima che Guida annulli per fuorigioco il gol del vantaggio veronese (altra asfaltata sulla destra), quindi torna in vantaggio per l'atterramento di Dzeko. Stavolta è Perotti appena entrato al posto di Kluivert (19° infortunio giallorosso) ad andare sul dischetto e piegare Silvestri alla sua maniera: fa 1-2 con l'argentino che diventa il 13° marcatore giallorosso della stagione. Ripresa di gran sofferenza la Var annulla un altro gol (anche questo giustamente al Verona), la Roma sta sulle gambe e si chiude dietro, accusa e Fonseca mette dentro anche Fazio per Dzeko. E quando entra Pazzini la profezia sembra scritta: gli scommettitori smettono di quotare il gol del «gatto nero». E invece, dopo il brivido per il rigore dato da Guida ma subito cancellato dal fuorigioco precedente, al 94' contropiede giallorosso, zampino di Pellegrini (strano eh!?), tocco di Perotti e Mkhitaryan firma il gol del 3-1 che manda tutti a casa: gufi compresi.

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