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Lavoro: i 50 anni dello Statuto, l'attualità ai tempi del Covid-19

I commenti di esperti di diritto del lavoro, welfare e Hr in occasione dell'anniversario

AdnKronos
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Roma, 19 mag. (Labitalia) - "Sono i suoi (primi) cinquanta anni e le sue norme cardine e i principi non sono stati sorpassati: ciò dimostra come, da un lato, lo Statuto abbia affrontato temi futuristici al tempo (si pensi, ad esempio, all'art. 4 e al divieto di controlli a distanza con strumenti tecnologici) e come, dall'altro, il legislatore degli ultimi anni non sia forse stato altrettanto attento, non riuscendo a dare sempre risposte chiare ed efficaci alle imprese. Insomma, costituisce ancora un punto di riferimento con quella qualità ed organicità legislativa che è mancata nel corso degli ultimi anni e che ha trovato da ultimo un apice, nefasto, nella legislazione di emergenza che impone, nel diritto del lavoro, norme al limite della (in)costituzionalità. Sarebbe bene che il legislatore si ispirasse alla tecnica normativa sfoggiata dai padri dello Statuto e alla sua qualità perché norme chiare e ben scritte sono essenziali per la certezza del diritto”. Così Carlo Majer ed Edgardo Ratti, soci fondatori di Littler, studio legale di diritto del lavoro, ricordano lo Statuto dei lavoratori, alla vigilia del suo 50° compleanno. "Sono passati 50 anni da quel 20 maggio 1970: una data storica per tutti i lavoratori italiani rappresentati, per la prima volta, da uno Statuto, grazie alle energie profuse nelle battaglie del biennio caldo del '68 e del '69. La legge 300 introdusse, infatti, allora le norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e della sua attività nei luoghi di lavoro, e sul collocamento. Dopo la Costituzione, lo Statuto dei lavoratori rappresenta la fonte normativa più importante nell'ordinamento italiano", spiegano. "E oggi, dopo mezzo secolo, durante il quale il mondo del lavoro ha attraversato radicali trasformazioni, molti dei problemi e delle lotte di allora da parte di lavoratori e sindacati sono ancora di stringente attualità. Con nuove implicazioni, dettate anche dalla pandemia, che ha portato sul tavolo con prepotenza il tema dello smart working, della sicurezza sul lavoro, dell'ambiente, del gender gap, e più in generale dei diritti di ogni lavoratore", sottolineano. Un testo che compie 50 anni, ma che rimane sempre attuale. Uno degli articoli più rilevanti e che oggi nel periodo storico che il mondo sta attraversando assume un valore ancora più importante è l'articolo 9. “Lo Statuto dei lavoratori ha rappresentato un passo fondamentale nella definizione dei rapporti tra datori di lavoro e lavoratori, entrando in vigore in uno dei periodi più difficili della storia democratica”, afferma Paola Corsi, Hr director di Jaggaer Italia, provider internazionali di soluzioni di e-procurement. "Tra gli aspetti più importanti c'è la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e l'emergenza Covid ha messo tutte le aziende alla prova nel difficile compito di bilanciare la priorità della sicurezza con l'esigenza di business continuity", aggiunge. "In Jaggaer abbiamo deciso molto rapidamente per lo smart working di tutti in dipendenti a livello mondiale e dal 24 febbraio, nel tempo di una notte, tutti i 250 lavoratori italiani hanno potuto lavorare da remoto in piena sicurezza. Senza alcun impatto sulla qualità del servizio offerto ai clienti grazie a processi certificati per garantire business continuity anche se operati da remoto. Anche per noi, in ottemperanza alle regole stabilite allora dal nostro Statuto, questo rimane un punto nodale", dice. “Come imprenditore metalmeccanico, ma soprattutto come presidente di un Fondo contrattuale di welfare, che garantisce piani sanitari integrativi a una platea di quasi due milioni di lavoratori, non posso che festeggiare questi cinquant'anni di percorso dalla nascita dello Statuto dei lavoratori”, commenta Simone Silvano Bettini, presidente di Metasalute. “Rifletto in particolare su quell'art.9 dal titolo Tutela della salute e dell'integrità fisica, oggi molto attuale viste le sfide che stiamo affrontando con questa pandemia. Noi come Fondo e come attori operanti nel perimetro del secondo welfare italiano, oggi più che mai siamo e saremo anche in futuro in prima linea per tutelare la salute dei nostri lavoratori a 360 gradi”, osserva. “Il nostro Statuto ha 50 anni e non li dimostra: anche se le nuove sfide imposte dall'emergenza Covid non sono da sottovalutare. Se si dovesse citare un'istituzione che esce dall'emergenza Covid19 come esempio di corretto comportamento dal punto di vista etico-scientifico non si può non citare l'Inail”, rimarca Franco Marozzi, medico legale e responsabile della comunicazione di Simla, Società italiana di medicina legale e delle assicurazioni. “Vero caposaldo della medicina legale italiana per la sua storia e per la costante colleganza con la Società Scientifica Simla, ha innanzitutto elaborato protocolli di sicurezza lavorativi classificando la pericolosità delle attività rispetto ai rischi d'infezione. In più, ha garantito corretti indennizzi per tutti i lavoratori colpiti riconoscendo come infortunio la patologia infettiva. Ma sono ancora molte le sfide, sempre nuove, per la tutela di ogni lavoratore”, conclude.

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