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Coronavirus: Commercialisti-consulenti lavoro, no a discriminazioni professionisti in Dl
Roma, 19 mar. (Labitalia) - Commercialisti e consulenti del Lavoro in prima linea per gestire la fase estremamente difficile che stanno attraversando le imprese italiane e i loro dipendenti e collaboratori. Le due categorie sono in questi giorni chiamate ad uno sforzo ulteriore sia per dare attuazione alle disposizioni contenute nei diversi provvedimenti emanati in emergenza dal Governo sia per seguire le aziende assistite. All’indomani della pubblicazione del decreto 'Cura-Italia', pertanto i Consigli nazionali degli ordini dei commercialisti e dei consulenti del lavoro chiedono al governo di non trascurare le necessità del comparto delle professioni economico-giuridiche e quindi di estendere le tutele previste per imprese e dipendenti anche alle attività degli studi professionali. Cndcec e Cno segnalano, inoltre, l’opportunità di prevedere lo sblocco della compensazione dei crediti per imposte dirette anche prima della presentazione della dichiarazione, rimuovendo il vincolo introdotto con il collegato all’ultima legge di bilancio che, nella situazione d’emergenza in atto, risulta ora del tutto anacronistico. Si segnala, inoltre, l’opportunità di prorogare, già in sede di conversione del decreto, la sospensione dei versamenti in scadenza nel mese di marzo per i soggetti con ricavi o compensi non superiori a 2 milioni di euro e di estendere anche temporalmente la disapplicazione delle ritenute sugli incassi dei professionisti con ricavi o compensi non superiori a 400 mila euro. Ragioni di parità di trattamento impongono poi di riconoscere anche ai professionisti il credito d’imposta sui canoni degli studi in locazione nonché di estendere anche ai professionisti iscritti nelle Casse di previdenza di categoria la non imponibilità delle indennità di sostegno al reddito eventualmente loro erogate. “Consulenti del lavoro e commercialisti -dichiarano i presidenti dei rispettivi Consigli nazionali Marina Calderone e Massimo Miani- sono chiamati a fare la loro parte, in una situazione di emergenza sanitaria per il Paese, facendo enormi sacrifici per mantenere l’operatività dei loro studi per nel rispetto delle ordinanze vigenti per garantire alle imprese assistite l’attivazione, ove necessario, degli strumenti di sostegno al reddito o l’assistenza necessaria nella gestione contabilefinanziaria delle attività produttive". "I professionisti -continuano Miani e Calderone- non sono esenti da questo momento di difficoltà. Anzi, sono chiamati a mantenere tutto il personale in forza e a fare importanti investimenti in tecnologia per erogare al meglio la propria consulenza. E questo commercialisti e consulenti del lavoro continueranno a farlo con il consueto senso di responsabilità e impegno civico che contraddistingue il loro operato". "Il decreto 'Cura-Italia' considera tuttavia il comparto solo marginalmente, mentre in questo momento sarebbe quanto mai doveroso e strategico tutelarlo. Auspichiamo pertanto ulteriori interventi in tal senso nella fase di conversione del decreto", concludono.