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Lazio, tris da urlo contro la Juve e ora si sogna

Notte indimenticabile all'Olimpico con le reti di Luiz Felipe, Milinkovic e Caicedo

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Delirio Lazio. Tris alla Juve (prima sconfitta stagionale) e ottava vittoria consecutiva. Successo in rimonta che fa sognare, i bianconeri a soli tre punti e l'Inter capolista a cinque lunghezze. Ronaldo illude Sarri, Luiz Felipe, uno stratosferico Milinkovic e  Caicedo nel recupero ribaltano la Vecchia Signora. La Lazio non batteva in casa la Juve in campionato dal 6 dicembre del 2003, un altro tabù sfatato. Inzaghi sceglie i titolari e soprattutto si affida alla difesa che gli ha dato risposte migliori, quella con Luiz Felipe, Acerbi e Radu. Per il resto tutto sui quattro tenori, Milinkovic, Luis Alberto, Correa e Immobile per provare a fermare la marcia dei campioni d'Italia degli ultimi otto campionati. Sarri non ha bisogno di fare turn-over per la Champions dopo la qualificazione ottenuta con un turno d'anticipo. Juve migliore in campo con Dybala (10 gol segnati alla Lazio, vittima preferita) al posto di Higuain e la conferma di Ronaldo terminale offensivo. Fischia Massa con Irrati al Var, per lui un ritorno con i biancocelesti dopo un anno e la causa sportiva con il presidente Lotito. Ci sono 60.000 spettatori con quasi 20.000 juventini tra curva sud e in incognito nelle tribune (splendida scenografia della Nord con la scritta "Noi oltre"). Si comincia con la Juve che prende in mano la partita, non vuole ripetere la prova deludente fornita contro il Sassuolo, sente l'odore del possibile controsorpasso all'Inter. Dybala impegna subito Strakosha, Ronaldo è ispirato e in crescita dopo il problema fisico accusato nelle scorse settimane. Al 24' come logica conseguenza arriva il vantaggio bianconero col centrocampo laziale in affanno al cospetto della qualità dei dirimpettai. Imbucata di Bentancur, chiusura ritardata di Acerbi e Luiz Felipe e per Cr7 è un gioco da ragazzi segnare il settimo gol in campionato. La Lazio non si disunisce e prova a reagire con Luis Alberto, ammonito ingenuamente dopo pochi minuti, che cerca di tessere la tela biancoceleste. Meglio sulla destra dove Lazzari comincia a spingere grazie anche alla presenza fisica di Milinkovic. Nel frattempo Bentancur esce per un problema al ginocchio, al suo posto Emre Can che rischia in scivolata su Leiva (intervento al limite) mentre l'arbitro Fabbri si inchina al Var Irrati. Ronaldo fallisce il raddoppio, bravo Strakosha poi il meritato pari della Lazio. Solito assist di Luis Alberto e stacco vincente di Luiz Felipe per l'1-1 che manda tutti all'intervallo. Nella ripresa la svolta al 69' con l'espulsione di Cuadrado (fallo su Lazzari per chiara occasione da gol). La Lazio ci crede e la Juve sbanda sulle ripartenze dei contropiedisti biancocelesti, esplode la partita per merito di sua maestà Sergej Milinkovic: alla mezz'ora sull'ennesimo assist di Luis Alberto (11 in campionato), il serbo stoppa una palla difficilissima e infila Szczesny. Lazio scatenata, Correa si guadagna un rigore netto: Immobile si fa ipnotizzare dal portiere polacco, fortunato sulla respinta di Ciro, ma tant'è la partita resta viva. Entrano Cataldi e Parolo da una parte, Sarri inserisce Higuain. Fino al 94': Caicedo appena entrato la chiude e apre l'apoteosi laziale.

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