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Poker Lazio, il terzo posto è servito

Quarta vittoria di seguito, Lecce battuto. Ora la sosta sognando la Champions

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Poker servito, di vittorie in campionato e di gol, quattro segnati al Lecce dell'ex capitano Liverani. La Lazio spicca il volo, riscatta la sconfitta casalinga contro il Celtic che ha il sapore dell'eliminazione dall'Europa League e si ritrova al terzo posto in classifica col Cagliari guadagnando due punti su Napoli e Atalanta e tre sulla Roma che cade a Parma (sorpasso effettuato). A fatica, con la lingua di fuori per i tanti impegni ravvicinati, ma alla fine arrivano tre punti fondamentali per classifica e morale: ora la sosta per ritrovare energie e magari recuperare i due infortunati Radu e Marusic. Tutto è bene quel che finisce bene ma è stata dura perchè il Lecce merita i complimenti dei 35.000 spettatori dell'Olimpico per quanto ha saputo far sudare i biancocelesti. Gli applausi, ovviamente, se li meritano soprattutto Inzaghi e la sua truppa perché non era facile rialzarsi subito dopo la doccia scozzese di giovedì notte. Tutti i giocatori, dal primo all'ultimo, hanno messo in campo grinta e qualità per riuscire a battere un avversario orgoglioso e mai domo. Ma andiamo alla cronaca, la Lazio domina nella prima mezz'ora, prende campo e costruisce occasioni in serie e ben otto angoli a favore. Poi l'invenzione di Luis Alberto e l'ennesimo assist per Correa che fa secco Gabriel. Il Lecce reagisce e, al primo angolo (arrivato dopo un fallo di mano non visto di Babacar), sfrutta l'indecisione di Luiz Felipe che si fa anticipare Rossettini con Lapadula pronto al tap-in decisivo. Tutto da rifare, perché il primo tempo si chiude in parità con tanti rimpianti per un tiro in curva di Luis Alberto a due passi dal portiere ospite. Si riparte con la sensazione che ci sarà da soffrire, confermata dal paratone di Strakosha in avvio di ripresa sul colpo di testa dell'imprendibile Babacar. Entra Cataldi per l'ammonito Leiva (il brasiliano continua a sembrare sottotono) e finalmente sale in cattedra Milinkovic: anticipo su Calderoni e puntata al cuore delle speranze del Lecce seguito a Roma da quasi quattromila tifosi. Il vantaggio della Lazio non smonta gli avversari, Liverani invita i suoi ad andare avanti e qui cominciano i guai dell'incerto arbitro Manganiello. Prima concede un rigore inesistente per fallo di Sergej su Mancosu, poi annulla la respinta di Lapadula in rete dopo la parata di Strakosha sul penalty di Babacar (scelta dubbia). E, poco dopo, fischia un rigore alla Lazio per fallo di mano di Calderoni che il Var conferma con le nuove regole. Immobile trasforma il 3-1 (102 gol con la maglia della Lazio, quindicesimo in campionato per Ciro). Sul 3-1 sembra tutto fatto anche perchè i biancocelesti ripartono bene di rimessa e Correa, su invito perfetto del centravanti della nazionale, trova il poker. Prima doppietta in maglia biancoceleste per l'argentino arrivato a quota sei nella classifica dei marcatori dopo i tanti errori nelle prime giornate. Entra Berisha, Liverani inserisce Shakhov e La Mantia che a cinque dalla fine trova il 4-2 su un'altra distrazione della difesa laziale. Buon per i cuori dei tifosi presenti che Strakosha respinga il fendente di Tachtsidis che poteva regalare un finale da incubo. Si chiude con la festa biancoceleste per una classifica che comincia ad essere interessante. Dopo la sosta la trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo prima di due partite in casa contro Udinese e Juventus: la Lazio c'è e non vuole mollare.

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