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Laziali divanisti, l'Olimpico non si riempie più

Contro il Siviglia previsti non più di 25.000 spettatori

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Riecco l'Europa League, ha quasi il sapore della Champions ma i laziali restano a casa. Alla fine ci saranno 25.000 spettatori, se va bene, niente pienone e nemmeno una cornice decorosa per un sedicesimo di finale della vecchia Coppa Uefa contro il Siviglia. «Lotito mi ha tolto la lazialità», «Questa gestione non fa mai il salto di qualità», «Sono disamorato, non vado più allo stadio, gli altri club giocano grandi partite, noi no», «Torno all'Olimpico solo per la Champions», le frasi tipo del laziale pentito, il «divanista» di professione. Poi scopri che domani solo la curva Nord offrirà un colpo d'occhio decoroso. Al marketing biancoceleste sperano che alla fine si riuscirà a toccare le 25.000 unità. Una vergogna per una tifoseria bravissima a lamentarsi per gli errori commessi dal club, meno a presentarsi all'Olimpico, ormai diventato troppo grande. Passione, amore, tifo, parole scomparse dal vocabolario di tanti disamorati rimasti vittime di loro stessi e di un'insana guerra civile. Questi nuovi «Tafazi», con derive gufatorie, sperano nel peggio per poter dire «avevo ragione io». Non resta che piangere e godersi quei pochi che non faranno mai mancare il loro sostegno.

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