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Lazio, così sei da Champions

La nuova formula con i quattro tenori, Luis Alberto, Correa, Milinkovic e Immobile ha premiato

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Bentornata Lazio che trascorre il Natale in zona Champions grazie alla sconfitta del Milan e al bel successo contro un Cagliari troppo rinunciatario. Biancocelesti quarti nonostante i problemi e cinque partite buttate dalla finestra tra errori, rimpianti e distrazioni (solo quattro pari più l'amara sconfitta di Bergamo). Dopo 48 giorni di astinenza in campionato, riecco la vittoria peraltro dopo un'ottima prestazione. Riemergono dal letargo i solisti, i giocatori di maggiore qualità, Luis Alberto e Milinkovic e, come d'incanto, si rivede la vecchia Lazio. Non c'è stata la rivoluzione di Inzaghi che non ha cambiato la difesa a tre ma ha scelto di togliere un centrocampista e di inserire Luis Alberto dietro a Correa e Immobile. Una mossa a lungo invocata che di sicuro ha messo sotto pressione Parolo e la difesa ma ha «stappato» la Lazio. Serviva una scossa, è arrivata con uno spartito più fantasioso, il 3-4-1-2 ha funzionato in modo perfetto a livello offensivo, tante azioni spettacolari e un gioco corale che ha strappato applausi ai quasi trentamila tifosi arrivati all'Olimpico con la solita pioggia sempre presente alle gare in casa di Immobile & co.  Non era una partita facile anche considerando il nervosismo che si è visto. È stato decisivo l'approccio, due gol in 23', prima Milinkovic con un piattone chirurgico e poi Acerbi in mischia. A quel punto il Cagliari di Maran si era arreso prima di cominciare (nei primi minuti anche una clamorosa occasione sciupata da Lulic e una traversa di Immobile). Primo tempo perfetto con Luis Alberto a ispirare la manovra e un'intesa naturale con Correa, fondamentale nel prendere d'infilata in avvio la lenta difesa di Maran. Nella ripresa il tris di Lulic, qualche occasione fallita da Immobile, stranamente impreciso e il rigore nel finale dato dal Var per una sbracciata in area di rigore su Joao Pedro, bravo a battrre Strakosha (da undici parite non riesce a tenere la propria porta inviolata). Come detto, tanta tensione, dalle lacrime di Milinkovic, alla lite per una chiusura sbagliata tra Luiz Felipe e Radu, dall'ammonizione al 93' di Immobile per proteste alle urla continue di Inzaghi che cercava di regalare serenità ai suoi ragazzi. Tutto e bene quel che finisce bene, vittoria, tre punti e quarto posto, oltra alla sensazione che il nuovo dispositivo tattico possa risvegliare la Lazio. Ora il derby in famiglia con Pippo Inzaghi, a Bologna una riprova importante per capire se i biancocelesti siano guariti davvero.

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