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Il mercato differito sfavorisce la Lazio

La strana decisione della Lega sulla chiusura anticipata

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Avete presente Tafazzi? Sì, quello che si martella gli attributi con una bottiglia di plastica e gode. Ecco, immaginate il simpatico personaggio con le sembianze di Agnelli, De Laurentiis o Cairo. Già, perchè la scelta, per molti versi condivisibile, di accorciare la durata del mercato estivo uniformandolo all'avvio del campionato si sta trasformando in un autogol clamoroso, un vero suicidio economico. L'idea della Lega di A sarebbe stata giusta soltanto se anche gli altri tornei europei si fossero uniformati a quello italiano. Invece, oggi chiuderà il mercato inglese ma, solo a fine mese, toccherà al torneo spagnolo, tedesco e francese. Come a dire, che i presidenti della A hanno scelto di dare agli avversari un bel vantaggio potendo temporeggiare, aspettare, piuttosto che chiudere una trattativa avvalendosi di questa clamorosa differenza. Dal 18 agosto sarà più facile per il Real Madrid pagare Milinkovic meno rispetto a quanto avrebbe dovuto fare in questi giorni in cui Lotito poteva aprire un'asta con le inglesi: è solo un esempio (scongiuri autorizzati per i laziali) ma vedrete che sarà un fine mese di inferno per i nostri club che potranno vendere ma non acquistare e saranno assediati da Psg e Bayern Monaco solo per citare importanti società europee agevolate dalla strana decisione della Uefa. Mercato falsato, ci mancava anche questo. Dopo fiscalità diverse, un fair-play ridicolo con regola valide solo per alcuni, ecco anche le trattative differite a rendere il gioco ancora più complicato per quelli che cercano di rispettare le norme. Per non parlare del Var visto al Mondiale, usato in Italia ma non in Champions ed Europa League. Anche per la Uefa vale il detto: si stava meglio quando si stava peggio. Alla faccia della concorrenza leale, sarà ancora una volta un gran casino.

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